5 Sante che Rifiutarono il Matrimonio
Santa Caterina da Siena
Fece voto di verginità, ma verso i 12 anni i genitori cercarono di darla in moglie. Memore del voto e della richiesta fatta alla Madonna, alla quale aveva domandato di darle in sposo il Figlio, la santa resistette, arrivando a tagliarsi i capelli e a coprirsi il capo con un velo. Il padre si decise infine a dare il suo assenso alla volontà della figlia, dopo averla vista assorta in preghiera mentre sul suo capo aleggiava una colomba. A 16 anni poté entrare in via eccezionale, anche stavolta grazie alla Provvidenza, tra le “mantellate” del Terzo ordine domenicano (vi accedevano solo vedove e donne adulte), così chiamate per il mantello nero sull’abito bianco.
Santa Lucia
Nata da una nobile famiglia cristiana verso la fine del III secolo ed educata nella fede, già da fanciulla Lucia si consacrò in segreto a Dio offrendogli la sua perpetua verginità, ma poi fu promessa in sposa a un giovane ricco attratto dalla sua bellezza. La sua angustia finì dopo che propose alla madre Eutichia, gravemente ammalata, di andare insieme in pellegrinaggio a Catania per pregare presso la tomba di sant’Agata. Durante la preghiera, il 5 febbraio 301, le apparve la vergine e martire catanese: «Lucia, vergine consacrata a Dio, perché chiedi a me ciò che tu stessa puoi ottenere per tua madre? Per la tua fede, ella è già guarita», le disse Agata e le profetizzò che sarebbe divenuta la patrona di Siracusa.
Sulla via del ritorno, Lucia confidò alla madre il suo voto di consacrazione e la ferma volontà di rispettarlo.
Santa Gemma Galgani
Alla bellissima diciannovenne, presa in affido dagli zii, non mancarono convenienti proposte di matrimonio, ma lei non ne volle sapere: diceva che era “tutta di Gesù”.
Santa Cecilia
Santa Cecilia, martire romana del terzo secolo, è una santa significativa nella Chiesa Cattolica, ma lo è specialmente per i musicisti, di cui è patrona. Durante la festa per il matrimonio a cui fu costretta con Valeriano, mentre risuonavano gli inni nuziali pagani Cecilia cantava in cuore suo un inno al suo unico Sposo, Colui che ella aveva scelto, Gesù Cristo.
A Valeriano disse che non sarebbe stata sua e che un angelo la proteggeva. Lo sposo chiese di vedere questo angelo e Cecilia gli disse che lo avrebbe potuto vedere solo dopo battezzato. E lo vide, infatti, dopo il Battesimo, con la grazia speciale che questo gli aveva portato.
Santa Caterina d’Alessandria
La tradizione riferisce che Caterina era una giovane di grande bellezza e intelligenza, dottissima in filosofia e religione e adornata, da adolescente, con il dono del matrimonio mistico con Cristo.
L’imperatore romano Massimino Dai, in una sua visita ad Alessandria d’Egitto, la incontrò perché la giovane santa si recò di sua spontanea volontà a palazzo per farlo convertire. Massimino convocò dei filosofi e retori, i quali finirono però per essere convertiti da Caterina, suscitando l’ira dell’imperatore che li fece bruciare vivi. Al tempo stesso, invaghitosi di lei, le chiese più volte di sposarlo offrendosi di ripudiare la moglie.
Caterina rifiutò la proposta dell’imperatore, confermando la sua consacrazione a Cristo, e fu prima messa in prigione, poi torturata con la ruota dentata e infine decapitata.
Santa Agnese
Delle diverse fonti agiografiche la più nota è una Passio latina del V secolo, fondata sulla tradizione orale, secondo cui Agnese era nata da una nobile famiglia cristiana di Roma e aveva consacrato la sua verginità a Cristo, accesa dall’amore per Lui fin dalla più tenera età. Desiderosa di mantenere fede al voto, aveva respinto il giovane figlio del prefetto che si era invaghito di lei e per questo venne denunciata come cristiana e denudata in pubblico con la forza, riuscendo a coprirsi con un estremo atto di pudore. Secondo l’inno ad Agnese contenuto nel Peristephanon del poeta Prudenzio (ca 348-410), la santa era stata esposta in un postribolo, dove nessuno dei frequentatori osò avvicinarla, tranne un giovane con intenti malvagi che rimase accecato dal bagliore di un angelo, prima di recuperare la vista per intercessione della stessa vergine.
Fu uccisa con un colpo di spada, per decapitazione o iugulazione, cioè con il taglio della gola, nel modo in cui venivano uccisi gli agnelli (secondo un carme di san Damaso il martirio avvenne invece con il rogo).