9 Donne che cambiarono la Chiesa e il mondo
C’è chi dice che le donne non abbiano un ruolo importante all’interno della Chiesa Cattolica. Tuttavia, sin dagli albori del cristianesimo fino ai nostri giorni, Dio ha ha ispirato grandi spiriti femminili che riuscirono a guidare la Chiesa nei tempi più bui della storia del cristianesimo, arrivando addirittura a condizionare alcune scelte del Papato. Ecco le 9 donne (ma ci sarebbe da scrivere un’enciclopedia) che seppero rivoluzionare la Chiesa.
1) La Vergine Maria
Maria è stata la prima donna ad accogliere Dio dentro di sé. Fu proprio una donna ad accogliere il mistero e la rivoluzione più grande che l’umanità abbia mai conosciuto: Gesù, Figlio di Dio. Maria fu luce e speranza per gli Apostoli rimasti sconvolti dopo la Morte del loro Maestro e durante la Pentecoste, furono riuniti dal suo Manto forte e allo stesso tempo materno. Fu l’unica a rimanere ai piedi della Croce assieme a San Giovanni.
2) Santa Ildegarda di Bingen
Nel Medioevo regnava incontrastata una mentalità che vedeva la donna relegata alle faccende di casa, dove la donna era essenzialmente una proprietà del marito. Per questo motivo spicca la figura di Santa Ildegarda di Bingen (1098-1179), una religiosa benedettina di origini tedesche famosa per le sue visioni mistiche ma anche per la sua intelligenza. Infatti, ella scrisse opere di natura teologica e morale con tale profondità da essere stata dichiarata Dottore della Chiesa da Papa Benedetto XVI nel 2012, assieme a San Giovanni d’Avila. La sua saggezza divenuta così popolare all’interno della Chiesa Cattolica faceva giungere da tutte le parti d’Europa sacerdoti, abati e vescovi anche soltanto per un consiglio da chiedere a questa santa tedesca.
Ebbe confronti persino con l’Imperatore Federico Barbarossa al quale intimò di non provocare uno scisma nella Chiesa perché anche egli sarebbe stato sottoposto al giudizio di Dio.
3) Santa Caterina da Siena
La fanciulla era nata in piena Cattività avignonese (1309-1377), la lunga fase di crisi della Chiesa in cui la sede del papato venne stabilita ad Avignone, lontano da dove Pietro e Paolo avevano patito il martirio. Quella prima esperienza soprannaturale fu come un anticipo della sua missione, volta a riportare a Roma il papa, che lei chiamava “il dolce Cristo in terra”. la santa aveva già iniziato a scrivere o dettare, grazie alla scienza infusa che rimediò al suo analfabetismo, una gran quantità di lettere (se ne conservano 381) dirette a pontefici, vescovi, regnanti e altre personalità del ‘300, con toni fermissimi ma sempre dettati dall’amore materno, per la salvezza delle anime e l’instaurazione del Regno di Cristo in terra: “Niuno Stato si può conservare nella legge civile in stato di grazia senza la santa giustizia”. Usava presentarsi così: “Io Catarina, serva e schiava de’ servi di Gesù Cristo, scrivo a voi nel prezioso Sangue suo”. la santa dovette patire un’altra immensa passione ecclesiale: l’inizio dello Scisma d’Occidente (1378-1417), causato dallo strappo dei cardinali francesi che elessero il proprio antipapa. Ormai quasi impossibilita a camminare, si recava ogni mattina a San Pietro: “Mi pare che questo tempo io lo debba confirmare con un nuovo martirio nella dolcezza dell’anima mia, cioè nella santa Chiesa”. In quegli ultimi anni nacque il magnifico Dialogo della Divina Provvidenza (che le varrà la proclamazione a Dottore della Chiesa nel 1970), dove il Padre eterno le rivelò che il Figlio incarnato è il ponte tra cielo e terra, frutto della sua Misericordia.
4) Santa Teresa d’Avila
«Scrittrice genialissima e feconda, maestra di vita spirituale, contemplativa incomparabile», la definì Paolo VI nel giorno della proclamazione a Dottore della Chiesa. Santa Teresa d’Avila (1515-1582) è stata una gigante di santità, protagonista della Riforma cattolica grazie a intuizioni e opere che nei secoli non hanno smesso di dare i loro frutti.
5) Santa Rosa da Lima
«Ascoltate, ascoltate tutti. Per ordine di Cristo, con le sue stesse parole io vi avverto: non possiamo ottenere alcuna grazia se non accettiamo le sofferenze». Così scriveva la prima degli americani a essere canonizzata, santa Rosa da Lima (1586-1617), una mistica ornata di innumerevoli doni celesti che offrì tutta la sua vita in oblazione a Dio per la salvezza delle anime e la conversione delle popolazioni del Nuovo Mondo.
Attraverso la lettura era inoltre rimasta attratta dall’esempio di una celebre terziaria domenicana, santa Caterina da Siena.
Clemente X la canonizzò nel 1671, proclamandola patrona del Nuovo Mondo.
Fu così intenso il suo lavoro con i più poveri di Lima che la sua giornata era scandita in: 12 ore di preghiera, 10 di lavoro manuale e solo due di sonno.
6) Santa Teresita di Lisieux
«Se il buon Dio esaudisce i miei desideri, il mio Cielo si svolgerà sulla terra fino alla fine del mondo. Sì, voglio passare il mio Cielo a fare del bene sulla terra», scrisse santa Teresa del Bambin Gesù (1873-1897) pochi mesi prima della morte. Centovent’anni dopo è facile constatare che Dio ne ha esaudito i desideri. La sua biografia, scritta per obbedienza e pubblicata postuma con il titolo di Storia di un’anima, è stata tradotta in oltre 50 lingue e stampata in milioni di copie, ispirando un gran numero di persone e avvicinandole a Cristo. «La più grande santa dei tempi moderni», la definì san Pio X e sotto il pontificato di san Giovanni Paolo II è divenuta la più giovane tra i dottori della Chiesa.
7) Santa Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein)
La vita di questa brillante filosofa, a lungo atea, poi innamorata di Dio, carmelitana scalza, mistica, autrice di opere di intensa spiritualità e vittima della Shoah, non smette mai di affascinare. Il pellegrinaggio esistenziale di santa Teresa Benedetta della Croce, al secolo Edith Stein (1891-1942), proclamata compatrona d’Europa da Giovanni Paolo II, racchiude molta della storia drammatica del Novecento, con i suoi fallimenti e contraddizioni, da cui lei – figlia d’Israele – emerse scoprendo e incarnando totalmente in sé il mistero di Cristo crocifisso e risorto.
8) Santa Gianna Beretta Molla
Alla quarta gravidanza, dopo aver scoperto un fibroma all’utero, preferì morire per non sopprimere la vita della quarta figlia. Che oggi fa il medico cura gli anziani. Come faceva la madre. Gianna Beretta Molla di Magenta (Milano) morì il 28 aprile del 1962, nel 2004 fu canonizzata da Giovanni Paolo II.
9) Madre Teresa di Calcutta
Dopo aver professato i primi voti, insegnò per circa 17 anni in un collegio di Calcutta (1931-1948), divenendone pure la direttrice, ma verso la fine di quel periodo un fatto cambiò la sua vita. La sera del 10 settembre 1946, mentre viaggiava in treno, sentì una chiamata nella chiamata: «Quella notte aprii gli occhi sulla sofferenza e capii a fondo l’essenza della mia vocazione […]. Sentivo che il Signore mi chiedeva di rinunciare alla vita tranquilla all’interno della mia congregazione religiosa per uscire nelle strade a servire i poveri. Era un ordine. Non era un suggerimento, un invito o una proposta». Decise così di lasciare il convento e nel 1948, ottenuto il benestare della Santa Sede, iniziò con cinque rupie la sua vita solitaria al servizio dei «più poveri tra i poveri». Due anni più tardi, seguita da 12 ragazze, fondò le Missionarie della Carità, il cui numero crebbe così rapidamente che già nel 1953 dovettero spostarsi in una nuova sede, messa a disposizione dall’arcidiocesi di Calcutta.
Bambini e anziani disabili, barboni, lebbrosi, malati mentali, orfani, prigionieri, prostitute, ragazze madri, tossicodipendenti, uomini e donne di ogni religione: tutti gli esclusi e che si sentivano non amati dalla società iniziarono a trovare conforto fisico e spirituale nella congregazione di Madre Teresa, da lei dedicata «al Cuore Immacolato di Maria, causa della nostra gioia e Regina del mondo, perché è nata su sua richiesta e grazie alla sua continua intercessione si è sviluppata e continua a crescere». Attraverso Maria, la santa voleva portare Cristo ai poveri e i poveri a Cristo. Un moribondo, che aveva amato, curato e ripulito dai vermi, le disse un giorno: «Ho vissuto come un animale per la strada, ma sto per morire come un angelo». Insegnava a orientare le proprie azioni di carità a partire dalle persone della nostra famiglia, «quelli che vivono vicino a me» e che sono «poveri», ma «non per mancanza di pane» bensì perché non cercano Dio.
Fu insignita del Premio Nobel per la Pace nel 1979.