Coronavirus: la storia del Braccio di San Rocco che ha salvato Roma dalle epidemie
Secondo la tradizione religiosa, la reliquia di San Rocco, il “Santo Taumaturgo” dai grandi carismi, contenuta nella chiesa omonima a Roma, ha protetto e salvato la capitale dalle grandi epidemie.
Contro la peste
Alla fine del 1500, Papa Clemente VIII decise di far portare a Roma la reliquia più importante del Santo, dato che un focolaio di peste sarebbe potuto giungere nella città eterna. In un primo momento il Braccio del Santo venne ospitato nella Chiesa di San Sebastiano fuori le mura, considerato al tempo come il protettore di Roma contro le pestilenze; due anni dopo la reliquia venne trasferita nella chiesa di San Rocco a Ripetta.
In più occasioni i romani si rivolsero all’intercessione del Santo, l’ultima volta nel 1854, poco prima dell’unità d’Italia. Si erano verificati in città alcuni episodi di contagio da colera, e nelle settimane precedenti Papa Pio IX chiese che venisse esposto il Braccio di San Rocco.
L’indulgenza plenaria
Il Santo Padre concesse l’indulgenza temporanea a chi andava a pregare alla chiesa di San Rocco, e quella plenaria a chi vi si recava 7 volte. Tanti fedeli raggiunsero la chiesa per pregare, invocando la protezione del Santo, in poco tempo l’epidemia cominciò a scemare e presto fu scongiurata.