L'affascinante vita dello scultore dell '"Angelo che piange davanti a una culla vuota".
La scultura dell’angelo che piange su una culla vuota è diventata molto velocemente virale nei social network come un’immagine pro-vita. E’ un immagine che fa riflettere sulle orribile conseguenze della pratica dell’aborto nel mondo.
Ma era questa l’intenzione del suo creatore? Ebbene sì.
Lo scultore Timothy P. Schmalz, autore dell’opera d’arte, è considerato una persona a favore della vita. E il tema dell’aborto che ha così tanto a cuore è diventato così il tema principale delle sue sculture.
Schmalz crede fermamente che attraverso queste sculture, una visione a favore della vita possa presto inserirsi nella cultura pop generando un dibattito che porta a una riflessione più profonda di uno dei più grandi drammi del nostro secolo.
Più un generale, il suo lavoro cerca di riflettere la tristezza dei cieli dal momento che un bambino viene abortito sia naturalmente che non. E l’autore si è basato su un’esperienza personale.
Infatti Schulz perse il suo terzo figlio, un duro colpo per lui e sua moglie. Allora dovettero sedersi e spiegare ai loro figli che il loro fratellino non sarebbe mai nato. Poi si chiuse nel suo studio e sentì un senso di vuoto che lo pervadeva. Fu in quel momento che l’idea gli venne in mente.
Per la sua nuova opera prese ispirazione dalle sculture degli angeli dei cimiteri francesi. Angeli che piangono sulla tomba di qualcuno. Per completare il suo lavoro dovette immaginarsi il dolore di un angelo, di fronte a una culla diventata in realtà una tomba.