Le donne possono predicare l’omelia durante la Messa?
La grande questione sul perché alle donne non sia consentito predicare l’omelia durante la messa è stata “riaperta” un mese fa da un tweet di un famoso sacerdote gesuita negli Stati Uniti, Padre James Martin, che ha incendiato i social dicendo:
“È stupefacente per me che le donne non possano predicare durante la Messa. I fedeli durante la Messa, così come i presidenti, si stanno perdendo la saggezza, l’esperienza e le ispirate riflessioni di metà dei suoi membri. Santa Maria Maddalena, prega per noi.”
It is stupefying to me that women cannot preach at Mass. The faithful during Mass, as well as the presiders, are missing out on the wisdom, experience and inspired reflections of half of its members. St. Mary Magdalene, pray for us.https://t.co/USedUvBxS1
— James Martin, SJ (@JamesMartinSJ) July 22, 2019
E poi con un secondo Tweet ha rielaborato, aggiungendo legno al fuoco:
“Basta pensare. Donne con dottorato di ricerca in teologia. Sorelle cattoliche con esperienza decennale. Direttori spirituali femminili. Autori. Madri. I medici. Avvocati. Insegnanti. Nonne. Donne che lavorano con i poveri e gli emarginati. E ancora e ancora. La chiesa ha bisogno della sua voce durante la messa.”
Non è una questione di sesso
Non vogliamo essere polemici, ma la prima cosa che ci è venuta in mente è ma solo alle donne non è permesso predicare l’omelia? La questione infatti è stata erroneamente impostata come se la Chiesa avesse qualcosa contro il sesso femminile. Non è così. Andiamo alle fonti certe. Il Diritto Canonico in nessun momento fa riferimento alle donne in quanto tali ma ai laici, ai quali non viene consentito di predicare l’omelia. Perché? Perché questa è una delle funzioni che viene riservata a chi ha ricevuto l’ordine sacro (sacerdoti, vescovi e diaconi). Questo vuol dire che praticamente a quasi tutti i membri della Chiesa non viene consentito di predicare l’omelia, non soltanto alle donne quindi.
Sì, è vero, talvolta certe omelie possono sembrare noiose e umilmente possiamo dire che spesso si potrebbe molto meglio. Ma non proviamo alcun tipo di risentimento proprio perché sappiamo che quello non è il nostro ruolo nella Chiesa.
Il problema non è l’omelia
Secondo noi il problema non sta nell’omelia o nella preparazione alle Scritture (questa serve, altroché). Il problema si riferisce allo spazio. Lasciamo fare al sacerdote le sue omelie, i nostri “sermoni” possiamo farli in ben altri ambiti: pensiamo a casa, con i nostri amici, familiari, a lavoro. Insomma di occasioni per predicare con l’esempio e con la parola non mancano certo.
Ricordiamo inoltre che la Santa Messa è il momento in cui i fedeli si radunano per la più alta forma di adorazione essendo l’Eucarestia “la fonte e il vertice della vita cristiana” (Vaticano II, Lumen Gentium11). Ha senso che i sacerdoti abbiano un momento speciale durante la messa dove possano predicare il Vangelo in virtù della loro ordinazione al sacerdozio ergo della loro missione qui sulla Terra (come la nostra, del resto).
Possiamo usare i nostri talenti e i nostri doni per parlare ad altri pubblici e in altri contesti e talvolta sortire un effetto ancora più efficace di quello di un sacerdote a Messa.
I fedeli possono predicare a Messa?
Andando a “spulciare”a fondo abbiamo trovato anche questa eccezione. I fedeli possono predicare a Messa se consentitogli dal loro vescovo. Ecco le fonti cosa ci dicono:
- Può. 766 Ai laici può essere permesso di predicare in una chiesa o in un oratorio, se la necessità lo richiede in determinate circostanze o sembra vantaggioso in casi particolari, secondo le prescrizioni della conferenza dei vescovi e fatto salvo il can. 767, §1.
- Può. 767 §1. Tra le forme di predicazione, l’omelia, che fa parte della stessa liturgia ed è riservata a un sacerdote o diacono, è preminente; nell’omelia i misteri della fede e le norme della vita cristiana devono essere spiegati dal testo sacro nel corso dell’anno liturgico.
La predicazione affidata ad alcuni laici scelti e incaricati dal vescovo non è una novità: avveniva per esempio nel IV secolo, poi lungo il medioevo prima che Gregorio IX (1228) ne riservasse la facoltà ai soli preti per timore delle eresie, fino ad alcune aperture post Vaticano II, come negli anni Settanta il permesso di predicare concesso sperimentalmente per 4 anni ai laici da parte della Congregazione per il clero oppure la stessa facoltà prevista persino per le donne nelle messe per i fanciulli.
Il fondatore del Monastero di Bose, Padre Enzo Bianchi, alcuni anni fa aveva aperto una riflessione in un suo articolo elencando quali dovrebbero essere le condizioni per farlo: «Innanzitutto l’assoluta necessità di un mandato di predicazione (anche temporaneo) conferito dal vescovo a un fedele, che sia preparato e abbia il carisma della predicazione… Non si tratta di dare ai laici un mandato generale e permanente di predicazione: non tutti i laici hanno questo dono! Si tratta invece di riconoscere la presenza di un dono in persone non ordinate… Perché il vescovo non dovrebbe avere l’autorità di concedere questa predicazione per delega? Un predicatore incompetente, ordinato o laico che sia, è disastroso, perché il sacramento dell’ordine non conferisce competenza… Una partecipazione di alcuni laici scelti e abilitati in modo istituzionale potrebbe essere un arricchimento per i presbiteri stessi».
Insomma predicare in un qualsiasi altro momento va bene, se lo dice il tuo vescovo (vedi Ecclesia de Mysterio , disposizioni pratiche, art. 3 §2). Inoltre, i laici possono predicare omelie in liturgie non eucaristiche (ibid., 3 §4)!
Quindi, tornando a Padre Martin: occhio agli inquadramenti troppo tendenziosi di una questione. Andate alle fonti!