Santa Scorese, la prima martire dello “stalking"
“Qualunque cosa mi succeda, sappi che ho scelto Dio”
Siamo nel 1991, e nessuno parla ancora di stalking. Ma è quello che, da tre anni, sta vivendo Santa Scorese.
Nata nel 1968 a Bari, Santa risiede in un paese della provincia, insieme alla famiglia. Frequenta la parrocchia del Redentore, retta dai salesiani. Conosce le suore di Madre Teresa attraverso la comunità locale; si avvicina poi al movimento dei Focolari, esperienza che segna profondamente la sua spiritualità, finché matura la decisione di entrare nelle Missionarie dell’Immacolata Padre Kolbe. Ma, d’accordo con i suoi, decide di concludere l’anno di università in Pedagogia.
Santa è una ragazza vitale e piena di progetti: è volontaria della Croce Rossa, assiste alcuni bambini disabili e diversi poveri della zona. Tiene anche, si scoprirà poi, un intenso diario spirituale.
Nella sua vita, però, c’è anche un’ombra: un giovane squilibrato l’ha scelta come vittima per le sue ossessioni, la segue ovunque, le manda messaggi minacciosi e arriva in un caso anche ad aggredirla. Da allora Santa vive sotto la scorta di familiari e amici, ma la sera del 15 marzo il giovane riesce ad avvicinarla e a colpirla con 13 coltellate. «Non si può morire a 23 anni», dice Santa sull’ambulanza che corre verso l’ospedale. Ma più forte della disperazione è la fede: in quegli ultimi momenti ripete la consacrazione a Maria fatta anni prima e pronuncia parole di perdono per il suo aggressore.
Su indicazione della sorella, Santa sarà sepolta vestita di rosso, il rosso della passione con cui ha vissuto tutta la vita, il rosso del martirio. Nel 1998 viene introdotta la causa di beatificazione. E’ tuttora Serva di Dio.
Un film
Si chiama Santa Subito ed è il film del regista di Alessandro Piva sulla vita di questa incredibile ragazza martire dello stalking. Il film è stato un totale successo è ha emozionato la platea al Festival del Cinema di Roma 2019 e il pubblico a tal punto da premiare il docufilm come migliore.