Il 29 luglio, la pagina commemorativa ufficiale di Auschwitz ha pubblicato alcune foto storiche del sacrificio di San Massimiliano Kolbe, morto in quel campo di concentramento nazista il 14 agosto 1941, giorno in cui viene ricordato da tutta la Chiesa.

L’account Twitter ufficiale del Memoriale di Auschwitz ha ricordato che il 29 luglio 1941, dopo che il prigioniero polacco Zygmunt Pilawski tentò la fuga, le forze di sicurezza delle SS avevano selezionato 10 prigionieri per farli morire di fame, come rappresaglia per quell’atto.

Franciszek Gajowniczek (prigioniero numero 5659) fu uno dei selezionati. Quando il francescano Kolbe udì il grido di agonia di Gajowniczek, terrorizzato per la sorte della famiglia, offrì se stesso (e per questa azione venne poi canonizzato). Si ignorano quali siano state le parole esatte di Kolbe, ma una versione riporta queste: “Sono un sacerdote cattolico polacco; vorrei prendere il suo posto, perché lui ha una moglie e dei figli”. Fu concesso lo scambio, e dopo la morte di tutti i compagni di cella Kolbe (prigioniero numero 16670) fu ucciso con un’iniezione di acido carbolico (fenolo).

La pagina ufficiale dell’Auschwitz Memorial ha ricordato questo gesto con un thread di Twitter:

Gajowniczek fu deportato da Auschwitz al campo di concentramento di Sachsenhausen il 25 ottobre 1944. Lì venne liberato dagli Alleati, dopo cinque anni, cinque mesi e nove giorni trascorsi nei campi nazisti. Si ricongiunse con la moglie Helena sei mesi dopo, a Rawa Mazowiecka. Lei sopravvisse alla guerra, ma i figli restarono uccisi nel 1945 durante il bombardamento sovietico della Polonia occupata dai nazisti, prima della liberazione.

Gajowniczek fu ospite di Papa Paolo VI in Vaticano il 17 ottobre 1971, quando Massimiliano Kolbe fu beatificato per il suo martirio. Fu invece San Giovanni Paolo II a canonizzarlo. 

La seconda immagine ritrae Zygmunt Pilawski, il prigioniero che scappò da Auschwitz e che fece scattare la rappresaglia contro 10 prigionieri e per la quale fu ucciso San Massimiliano Kolbe. 

Il 19 luglio 2016, durante la sua visita in Polonia per la Giornata Mondiale della Gioventù, Papa Francesco ha visitato la “cella della fame” dove San Massimiliano Kolbe fu rinchiuso fino al giorno della sua morte.

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