Sopra il lago di Como, a due passi dal confine con la Svizzera, sorge un piccolo santuario con una grande storia: la Madonna del Ghisallo, ufficialmente patrona dei ciclisti dal 1949.

Una salita che sembra non finire mai quella verso questo meraviglioso santuario, quasi una salita metaforica a indicare l’ascesa verso il Paradiso.

Qui dal XVI secolo viene custodita un’immagine della Madonna del Latte, una Vergine che allatta Gesù Bambina, che fu poi rinominata, con tanto di bolla papale emessa da Pio XII celeste patrona dei ciclisti.

La tradizione vuole che quando il conte Ghisallo veniva inseguito da alcuni banditi vide la Vergine Maria apparire in una piccola cappella lì vicino offrendogli rifugio. Corse allora verso la cappella e riuscì a sfuggire all’assalto.

Con i secoli, la chiesetta andò in rovina. Fu ricostruita nelle forme attuali nel 1623, il portico della facciata aggiunto nel 1681. Diventata punto di passaggio del Giro di Lombardia e meta ciclistica, la chiesetta diede all’allora parroco di Magreglio, Ermelindo Viganò l’idea di presentare domanda a Pio XII. Il papa probabilmente accolse di buon occhio la possibilità di distrarre l’occhio dal seno della Madonna e, dopo aver acceso la Fiaccola perenne del Ghisallo nel 1948, il 13 ottobre dell’anno dopo la dichiarò Patrona dei ciclisti.

Interno del Santuario della Madonna del Ghisallo

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