La parola «Trinità» si trova nel Vangelo, o è una formula inventata dai teologi? Da quando si è incominciato a usare la parola “Trinità”?

Il termine «Trinitas» non si trova nella Scrittura, ma è stato coniato da Tertulliano (morto circa nel 230 d.C.), ed è entrato a far parte del linguaggio teologico soltanto a partire dal II secolo d.C., per dare nome ad una realtà che la comunità di fede già conosceva e sperimentava nel Risorto.

Lo stesso Tertulliano ha offerto alla riflessione ecclesiale un modo per indicare ciascuno di quei tre tra i quali c’è amore: si tratta della parola «persona». Anche questo termine non si trova nel Vangelo in riferimento ai Tre, eppure – come si è detto per «Trinità» – è un nome conferito a Chi si è rivelato.

Quale significato ha?

È il mistero centrale della fede e della vita cristiana. I cristiani sono battezzati nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.

Che Dio non è Dio senza la presenza dell’Altro; il Padre non è Padre senza il Figlio. E con una frase ancora più forte descriviamo l’esperienza dell’amore: «Io sono, se tu sei; io sono, perché tu sia». Questo significa trovare nell’altro il motivo del proprio esserci, e in noi la ragione della presenza dell’altro.

La Trinità come la famiglia

Nella Trinità si trova, così, il modello originario della famiglia umana e la sua vita intima è l’autentica aspirazione di ogni essere umano. Dio vuole che tutti gli uomini siano una sola famiglia, ossia, una sola cosa con Lui medesimo, essendo figli nel Figlio. Ogni persona è stata creata a immagine e somiglianza della Trinità (cfr. Gn 1, 27) ed è fatta per vivere in comunione con gli altri uomini, ma soprattutto con il Padre del Cielo. Qui sta il fondamento ultimo del valore della vita di ogni persona umana, indipendentemente dalle sue capacità o dalle sue ricchezze.

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