La Chesterton Society ha proposto di aprire il processo di beatificazione del genio inglese 10 anni fa. Quattro anni dopo, alla 32esima Conferenza annuale di Chesterton, tenutasi all’Assumption College di Dale Ahlquist, il presidente dell’American Chesterton Society, aveva annunciato che il vescovo Peter Doyle di Northampton, in Inghilterra, aveva dato il permesso perché si compiessero i primi passi sulla possibilità di aprire una causa per G.K. Chesterton.
“Nel settembre 2013, il sacerdote inglese John Udris aveva ricevuto dal vescovo l’incarico di indagare sull’opportunità di aprire la causa di canonizzazione dello scrittore convertito Gilbert Keith Chesterton. Udris sembrava la persona più adatta perché era stato parroco di Beaconsfield, la città in cui Chesterton e sua moglie si trasferirono nel 1909 e dove vissero fino alla morte dell’autore, nel 1936.
Tutto bloccato, per ora…
Tutto bloccato per ora, anche se non in maniera definitiva. María Martínez López riferì al giornale spagnolo Alfa y Omega, che ad aprile il vescovo Peter Doyle prese la decisione di non aprire la causa della canonizzazione: “Non è stata una decisione facile e verso la quale mi sono posto con grande umiltà”.
K. Chesterton non viene elevato agli altari per 3 motivi:
Quello che ritiene “più importante” è che, nonostante la grande devozione che l’autore suscita in molte persone e “l’influenza così stimolante che i suoi scritti hanno su molte persone in tutto il mondo,” questi fenomeni “non si verificano localmente.” In particolar modo nella sua diocesi. E’ fondamentale che si possa verificare che esista una reputazione di santità e che questa conceda anche grazie e favori; è un requisito che la Chiesa richiede da un vescovo diocesano per avviare una causa.
In secondo luogo, monsignor Doyle confessa di non essere stato in grado di “estrarre dalla documentazione un modello di spiritualità personale” che caratterizzasse il modo in cui lo scrittore inglese e apologeta viveva la fede cattolica dopo esservi stato ammessi nel 1922.
Infine, non da poco sono le questioni riguardanti l’antisemitismo di cui Chesterton è accusato e che pesano pur considerando il contesto del suo tempo. È un vero ostacolo, soprattutto in questo momento nel Regno Unito». Sebbene il giornalista abbia criticato duramente il nazismo, da diverse aree è stato denunciato che alcuni dei suoi primi scritti risalenti agli inizi del XX secolo, abbiano stereotipato la figura degli ebrei. Nel suo lavoro The New Jerusalem (1920), Chesterton sosteneva che come popolo avente una propria identità gli ebrei dovessero avere una nazione separata per “vivere, per quanto possibile, in una società ebraica governata da ebrei”. Allo stesso tempo, propose come esperimento intellettuale che, nei paesi in cui vivono, dovessero indossare abiti orientali per sottolineare quella diversa identità culturale.
Sebbene il vescovo affermi che la decisione non sia “definitiva”, la via ordinaria è chiusa. E’ anche vero che il successore di Mons. Doyle possa in ogni caso riaprire la causa. Per ora tutto tace. Di certo Chesterton è stato e continuerà ad essere forse uno degli scrittori se non lo scrittore cattolico più influente di sempre.