Il Sudario di Oviedo è uno dei tre teli su cui sono impressi il volto e il corpo di Gesù.

Abituati a sentire parlare della Santa Sindone di Torino, forse suona strano che esista un’altro sacro telo. Questa volta in Spagna. Che cosa intendiamo per sacro telo, innanzitutto?

Dobbiamo partire innanzitutto dal Vangelo di Giovanni, dove si narra che nel sepolcro vengono trovati non soltanto i teli, oramai vuoti, ma anche un Sudario, che aveva ricoperto il volto di Gesù subito dopo la sua morte in Croce e che si trovava nel sepolcro, riposto ad un lato.

Il Sudario di Oviedo, un drappo di lino di cm 85 x 52, sarebbe stato utilizzato da Giuseppe d’Arimatea – dopo la morte del Nazareno – per far uscire dalla bocca e dal naso di Gesù il sangue accumulato.

Per molti sindonologi di fama internazionale il sudario che si trova a Oviedo ha tutte le caratteristiche per essere il sudario indossato da Gesù. E’ un telo di lino filato a mano con la torcitura a forma di “Z”, proprio come la Sindone di Torino.

Un pò di storia

La tradizione racconta che il Sacro Velo giunse a Oviedo dopo essere rimasto a Gerusalemme fino al 620 d.C. quando la Città Santa venne invasa dai Persiani. Per salvarlo, fu portato prima ad Alessandria d’Egitto, dove rimase due anni, e infine, attraverso il Nord Africa arrivò nella città di Toledo. Ma anche Toledo cadde nelle mani degli arabi, che nel frattempo si erano impossessati del sud della Spagna. L’unica speranza fu portarlo nel regno delle Asturie, l’unico regno cristiano che resistette agli assalti degli arabi. 

Il rapporto con la Sindone di Torino

Sovrapponendo le macchie di sangue di entrambi i teli si scopre che esiste una simmetria incredibile. Alcune macchie di sangue presenti sulla Sindone di Torino possono essere identificate perfettamente in quella del Sudario di Oviedo, negli stessi esatti punti. Altro fatto sconcertante è che entrambe contengono lo stesso gruppo sanguigno di tipo AB. 

Il Sudario è stato, per intenderci, il primo telo ad aver toccato Gesù dopo la sua morte in Croce. La testa e il corpo sono stati prima avvolti dal Sudario di Oviedo, dove troviamo le prime fuoriuscite di sangue dal naso e dalla bocca, per poi essere trasportato nel Sepolcro. Qui gli è stato tolto il sudario di dosso, messo da parte, e infine avvolto con la Sindone di Torino. 

Altro dato interessanti è la presenza di pollini identici su ambedue i teli, proveniente entrambi dal Medio Oriente. 

A maggior ragione, sul Sudario di Oviedo sono stati trovati dei pollini del Nord Africa, a conferma della traversata compiuta dalla reliquia. In particolare uno: l’elicriso, un polline derivante da una pianta costosissima che si utilizzava solo per sepolture regali e che è stata trovata sia sul Sudario di Oviedo sia sulla Sindone di Torino.

Altre parti corrispondenti

In entrambi i teli si nota un uomo che aveva capelli lunghi legati sulla nuca e barba lunga, ferite nella parte occipitale, la bocca chiusa, il naso fratturato, ferite nella parte posteriore dell’occipite e nel cuoio capelluto; parte delle macchie sono composte da acqua e sangue, dovuto alla morte per edema polmonare, tipico di chi muore per asfissia, come avviene in caso di crocifissione.

Riflessione

Il sapere che esista un secondo telo che sia stato in contatto con Gesù è qualcosa di straordinario e che è stato con Lui in momenti così decisivi per l’umanità.

La morte di Gesù non solo ci insegna che la generosità è amore di Dio per gli uomini ma ci dice anche qual è il cammino che noi cristiani dobbiamo seguire, cioè di sacrificarci per gli altri, fino a dare la vita.

Gesù ha voluto assumere tutte le qualità umane nella sua vita terrena e in questo, anche il dolore umano. Solo alla luce della Croce di Cristo, che ha dato fino all’ultima goccia del Suo sangue possiamo comprendere il mistero del dolore delle persone innocenti. Per questo Lui ci insegna a portare la Croce su di noi e a portarla.

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