Alcuni semplici motivi per cui i cristiani non credono nella reincarnazione

Un recente studio del Pew Research Center del 2018 ha rivelato che il 28% dei cristiani negli Stati Uniti creda nella reincarnazione. Nel mondo cattolico invece questa credenza è più diffusa e si attesta sul 38% della popolazione.

Sebbene il credere nel concetto di Resurrezione inizi quando Gesù risuscitò dai morti il terzo giorno,  esisteva già qualche idea al riguardo soprattutto tra i farisei.

I farisei, infatti, credevano negli angeli e nell’anima e, più in generale, nella risurrezione dei morti. Con la Risurrezione di Gesù non si fece altro che confermare tale credenza, dandole una base più solida e profonda da cui partire.

Il cristiano crede che Cristo risusciterà il proprio corpo l’ultimo giorno, così come lo fece con il suo. La “risurrezione della carne” significa che, dopo la morte, non ci sarà soltanto la vita dell’anima immortale, ma che anche i nostri « corpi mortali » (Rm 8,11) riprenderanno vita.

Reincarnazione vs Resurrezione

Reincarnarsi, invece, signfica tornare a incarnarsi, materializzarsi nuovamente, dove si afferma che lo spirito del defunto si reincarna in un nuovo corpo a scopo di purificazione. Una sorta lungo processo purificante dell’anima che potrebbe portare a diverse reincarnazioni.

Per quale motivo tale dottrina non ha niente a che vedere con la dottrina cristiana della Resurrezione?

Per due motivi. Il primo è che contraddice l’immagine di salvezza che ci viene presentata nel Nuovo Testamento, nella quale la nostra partecipazione nella risurrezione di Cristo è proprio ciò di cui parla la salvezza, perché ci da una immagine totalmente falsa sull’uomo: ovvero un essere incorporeo che non ha nessun tipo di rapporto con un tempo specifico.

Per il cristianesimo è fondamentale l’idea che ogni essere umano abbia un corpo proprio, che è totalmente opposta alla visione della reincarnazione che afferma invece che ci avvenga una connessione accidentale nel passaggio di un anima ad un corpo. Il cristianesimo, infatti, afferma che esista una specifica e indissolubile unicità tra anima e corpo, che appartiene alla stessa persona, sia in vita sia dopo la morte.

Noi siamo pienamente responsabili della nostra anima e del nostro corpo: la reincarnazione, invece, può portare a pensare che visto che non siamo noi i veri padroni di quel corpo possiamo mettere in questione sia la libertà sia la nostra responsabilità personale.

La speranza della Resurrezione

I cristiani inoltre sperano nella Resurrezione di tutti, dei loro amici e dei loro familiari per “vivere in un Cielo nuovo ed in una terra nuova”. Per questo motivo continiuamo a diffondere il Vangelo, per questo motivo confessiamo i nostri errori e perdoniamo quelli degli altri. Per questo motivo preghiamo i morti e per questo i santi che godono della visione beata di Dio intercedono per noi in Cielo. 

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