Il massacro della Columbine High School nella città di Littleton, Colorado, Stati Uniti nel 1999 fu una delle pagine nere della storia del paese a stelle e strisce. 

In seguito all’incomprensibile gesto dei due studenti assassini che uccisero 12 dei loro compagni e un insegnante, negli Stati Uniti si accese un lungo dibattito nazionale sulla possibilità di controllare maggiormente la vendita delle armi da fuoco e la necessità di maggiori controlli di sicurezza nelle scuole. 

Qualcosa gli disse che doveva andarsene

Il giorno del massacro, il 20 aprile, Jenica Thornby era in biblioteca mentre gli altri pranzavano. Era così comune in lei, così tanto, che molte delle sue amiche sapevano che se volevano incontrarla, dovevano andare in biblioteca.

Tuttavia, quel giorno sentì fortemente dentro di sé che doveva uscire da lì. Che non poteva restare in biblioteca o a scuola. Era una sensazione così forte che non esitò ad alzarsi, a trovare il suo migliore amico e a tornare a casa con la macchina che suo padre le aveva prestato quel giorno.

Spari

Mentre stavano andando via, sentirono alcuni ragazzi correre fuori dalla scuola urlando. Quando arrivarono a casa, appresero la terribile notizia: due studenti delle scuole superiori avevano ucciso 12 studenti e un insegnante e ferito altre 20 persone per poi suicidarsi.

Jenica apprese solo giorni dopo che la maggior parte delle uccisioni avvennero proprio nella sua cara biblioteca. Sapeva che se non avesse sentito quella voce interiore che l’aveva invitata ad andarsene in fretta, sarebbe morta.

Perché lei?

Ma Jenica non solo sopravvisse al massacro della Columbine High School ma anche a diversi episodi di abusi sessuali. Questo fu un duro colpo per la sua vita, che la portò ad abusare di alcol e a partecipare a diversi festini. Fu solo dopo che un suo amico si suicidò che iniziò un lungo e profondo periodo di riflessione sulla sua vita. 

Grazie ad un amico venne invitata a partecipare alle riunioni che si svolgevano presso la parrocchia di Santa Francesca Cabrini. Grazie a questi incontri con il Signore capì quale fosse la missione nella sua vita e si rese conto che la voce che l’aveva salvata dalla sparatoria non poteva non essere quella di Dio che l’aveva preservata per compiere una missione più grande. 

Nel 2010 Jenica Thornby entrò nella vita religiosa presso la comunità dei Discepoli del Signore Gesù Cristo e il suo nome divenne Suor Mary Gianna. Nel 2018 ha emesso i suoi voti perpetui. 

In una intervista al Denver Catholic ha dichiarato: 

“”Anche nel mezzo di una tragedia, Dio può portare il bene, Dio può trasformare la morte in vita. La peggiore tragedia fu la morte di Gesù sulla Croce, e questo ci ha portato alla salvezza. E anche nel mezzo di questa tragedia della Columbine, Dio ha operato del bene”

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