Ai più può venire in mente il film Angeli e Demoni di Dan Brown, noto scrittore americano, che ambientò il suo romanzo a Roma e in Vaticano. In una delle scene del film viene ricreato quello che secondo l’immaginario hollywoodiano rappresentasse il misterioso Archivio Segreto Vaticano, dove nessuno è mai riuscito ad entrare. 

Effettivamente si chiama “Archivio segreto”, e il nome evoca scenari inquietanti: faldoni nascosti, segreti inconfessabili e inaccessibili, preziosi incunaboli che non hanno mai visto la luce. In realtà, per quanto poetico, il titolo “secretum”, che qualifica l’Archivio Segreto Vaticano, significa semplicemente privato. È un archivio di proprietà del Papa, che ne detiene il governo. Ed è un archivio di cui il Vaticano si è dotato esattamente quattrocento anni fa (nel 1612) per raccogliere tutti i documenti della Chiesa universale. 

Gli archivi del Vaticano conservano documenti e libri per la cui collocazione sono necessari 85 chilometri di scaffali. La maggior parte delle lettere papali sono scritte in latino. 

L’archivio è ovviamente aperto ad ogni tipo di religione, ad ogni convinzione politica e appartenenza nazionale. Da qui sono passati ricercatori agnostici, musulmani e, naturalmente, molti cattolici provenienti da tutte le parti del mondo. 

La prima apertura al pubblico dell’Archivio avvenne alla fine del XIX secolo, era il 1881. E da allora scienziati e studiosi attraversano le sue sale svolgendo le loro ricerche. 

L’Archivio può essere infatti consultato solo fino ai documenti relativi al 1939, quindi fino a tutto il pontificato di Pio XI.

Nell’Archivio Segreto Vaticano il lavoro maggiore è quello di catalogare e contestualizzare i reperti, e non è cosa di poco conto. Fare un viaggio tra i faldoni significa ripercorrere non solo la storia della Chiesa, ma anche del mondo.

Il Vaticano è in possesso di una preziosa collezione di sigilli d’oro. Ben ottanta di questi sigilli sono conservati in un bunker sotto il Cortile della Pigna in massima sicurezza. 

Uno dei documenti più complessi che conserva l’Archivio Segreto è la famosa lettera di Enrico VIII. Questo documento è fondamentale per la storia della Chiesa anglicana. Infatti, Enrico VIII desiderava ottenere il consenso del Papa per divorziare da sua moglie, Caterina d’Aragona, e sposare Anna Bolena. Papa Clemente VIII rifiutò, e così i pari d’Inghilterra indirizzarono una lettera al Papa per perorare la causa di annullamento di matrimonio e la firmarono. 

Dentro troviamo anche gli atti originali del processo a Galileo Galilei e il documento cartaceo più antico, scritto in lingua mongola. Una lettera di protezione del 21 novembre 1279. Da questo documento si comprende che l’abacà Khan dei mongoli concedeva un salvacondotto per gli ambasciatori del papa. 

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