28 Anni Fa ci lasciava Don Tonino Bello. Ricordiamo le parole dell’Omelia di Papa Francesco in occasione del viaggio ad Alessano e Molfetta nel 2018.
L’Omelia di Papa Francesco
“La vita cristiana riparte ogni volta da qui, da questa mensa, dove Dio ci sazia d’amore. (…) come ricordava don Tonino Bello: ‘Non bastano le opere di carità, se manca la carità delle opere. Se manca l’amore da cui partono le opere, se manca la sorgente, se manca il punto di partenza che è l’Eucaristia, ogni impegno pastorale risulta solo una girandola di cose’”.
“Sarebbe bello che in questa diocesi di Don Tonino Bello ci fosse questo avviso, alla porta delle chiese, perché sia letto da tutti: ‘Dopo la Messa non si vive più per sé stessi, ma per gli altri’. Don Tonino ha vissuto così: tra voi è stato un Vescovo-servo, un Pastore fattosi popolo, che davanti al Tabernacolo imparava a farsi mangiare dalla gente. Sognava una Chiesa affamata di Gesù e intollerante ad ogni mondanità, una Chiesa che ‘sa scorgere il corpo di Cristo nei tabernacoli scomodi della miseria, della sofferenza, della solitudine’. Perché, diceva, ‘l’Eucarestia non sopporta la sedentarietà’ e senza alzarsi da tavola resta ‘un sacramento incompiuto’”.
“Don Tonino sosteneva che ‘la pace non viene quando uno si prende solo il suo pane e va a mangiarselo per conto suo. […] La pace è qualche cosa di più: è convivialità’. È ‘mangiare il pane insieme con gli altri, senza separarsi, mettersi a tavola tra persone diverse’, dove ‘l’altro è un volto da scoprire, da contemplare, da accarezzare’”.
28 Anni Fa ci lasciava Don Tonino Bello
“Don Tonino, proprio nel tempo di Pasqua, augurava di accogliere questa novità di vita, passando finalmente dalle parole ai fatti. Perciò esortava accoratamente chi non aveva il coraggio di cambiare: ‘gli specialisti della perplessità. I contabili pedanti dei pro e dei contro. I calcolatori guardinghi fino allo spasimo prima di muoversi’. A Gesù non si risponde secondo i calcoli e le convenienze del momento; gli si risponde col ‘sì’ di tutta la vita. Egli non cerca le nostre riflessioni, ma la nostra conversione. Punta al cuore”.
“Quante volte don Tonino ripeteva: ‘In piedi!’, perché ‘davanti al Risorto non è lecito stare se non in piedi’. Rialzarsi sempre, guardare in alto, perché l’apostolo di Gesù non può vivacchiare di piccole soddisfazioni”.
“Siamo chiamati tutti, in qualsiasi situazione ci troviamo, a essere portatori di speranza pasquale, ‘cirenei della gioia’, come diceva don Tonino; servitori del mondo, ma da risorti, non da impiegati. Senza mai contristarci, senza mai rassegnarci. È bello essere ‘corrieri di speranza’, distributori semplici e gioiosi dell’alleluia pasquale”.
28 Anni Fa ci lasciava Don Tonino Bello
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