Il suo volto è stato ricostruito in 3D
Gli scienziati dell’università di Liverpool in Inghilterra hanno rivelato quello che affermano essere il ritratto più realistico mai creato di San Nicola di Bari, il popolare vescovo del IV secolo noto di aver ispirato la figura di Babbo Natale.
San Nicola era turco
San Nicola è infatti nato intorno al 270 a Patara di Licia (nell’attuale Turchia) da una famiglia facoltosa. Si dice che i suoi genitori furono cristiani ferventi, che lo crebbero nella fede. Alla loro morte, lasciarono a Nicola un ricco patrimonio, che lui distribuì tra i bisognosi
Imprigionato
San Nicola visse tra il 270 e il 343. Era il vescovo di Myra, nel sud della Turchia.
Durante i suoi anni come vescovo fu imprigionato durante la persecuzione di Diocleziano, e in seguito rilasciato quando Costantino salì al potere.
Era noto per la sua ferma difesa della fede, così come per la sua generosità spesso anonima verso i bisognosi.
Salvò tre ragazze dalla prostituzione
Di famiglia benestante e cristiana, rimase molto presto orfano di genitori, dai quali ereditò un ingente patrimonio che volle ridistribuire ai poveri.
Si narra che Nicola, venuto a conoscenza di un ricco uomo decaduto che voleva avviare le sue tre figlie alla prostituzione perché non poteva degnamente maritarle, abbia preso una buona quantità di denaro, lo abbia avvolto in un panno e, di notte, l’abbia gettato nella casa dell’uomo, che così poté onestamente sposare le figlie.
Patrono dei Bambini
Nicola, già vescovo, resuscitò tre bambini che un macellaio malvagio aveva ucciso e messo sotto sale per venderne la carne. Anche per questo episodio S. Nicola è venerato come protettore dei bambini.
Partecipò al Concilio di Nicea
Le fonti storiche attestano la sua partecipazione al Concilio di Nicea nel 325, dove si racconta avrebbe addirittura schiaffeggiato Ario, per la sua eresia. Questa viene considerata una pia leggenda. Il prete Ario, allora stava propagando un eresia che rischiava di dividere in due l’Impero Romano, ovvero, il non riconoscimento della consustanzialità del Figlio col Padre. Essenzialmente egli credeva che Gesù non dovesse avere la stessa importanza di Dio. Egli partiva dal concetto che Dio, per essere tale, doveva essere non generato, e dato che il Figlio è generato dal Padre, non poteva essere Dio allo stesso livello del Padre. Del resto, egli aggiungeva, S. Paolo stesso lo chiama «primogenito di tutta la creazione», quindi deve essere visto come l’intermediario fra Dio e il creato. Si racconta che durante il Concilio di Nicea, questa eresia avrebbe mandato su tutte le furie San Nicola, il quale, raccontano le pie leggende, si alzò e prese letteralmente a schiaffi Ario.
Le sue reliquie furono in realtà rubate
La traslazione delle reliquie di S. Nicola da Mira (Asia Minore, oggi Turchia) a Bari furono in realtà un furto. La città stava attraversando un periodo di crisi a seguito della conquista normanna che nel 1071 l’aveva privata del ruolo di capitale del “tema di Longobardia”, con conseguente calo nelle attività commerciali. Rubandole la città avrebbe trovato un simbolo ed un patrono che avrebbe risollevato sia l’orgoglio che il commercio cittadino.
La Manna di San Nicola
La manna di S. Nicola è l’acqua che si forma nella tomba del Santo e che si formava già nella Basilica di Mira. Nelle due relazioni dell’epoca (Niceforo e Giovanni Arcidiacono) è detto che le reliquie galleggiavano in un sacro liquido allorché i baresi se ne impadronirono. Nel corso dei secoli sono stati usati termini diversi, come oleum oppure unguentum (i russi dicono myro, e i greci myron). In realtà si tratta di un’acqua (analizzata nel 1925 dal Laboratorio di chimica dell’Università di Bari) di particolare purezza, la cui origine viene diversamente spiegata. Per alcuni si tratta di un vero e proprio miracolo e, come in alcune liturgie viene sottolineato, sgorgherebbe dalle ossa del Santo (altre liturgie dicono dai marmi della tomba). L’argomento addotto, a parte la tradizione mirese, è la constatazione che le ossa restano assolutamente chiuse durante l’anno, e che il foro viene aperto soltanto la sera del 9 maggio alla presenza di una grande folla. Per altri si tratterebbe, invece, di un fenomeno chimico analogo a quello di una condensazione vaporosa e comunque di un fenomeno naturale.
Apparve in sogno all’imperatore Costantino
Il miracolo più famoso della vita di San Nicola di Bari è forse quello di essere apparso in sogno all’allora imperatore romano Costantino per liberare tre ufficiali che si erano rivolti a lui in preghiera per essere scarcerati.
«Costantino, alzati e libera i tre generali che tieni in prigione, poiché vi furono rinchiusi ingiustamente. Se non fai come ti ho detto, susciterò contro di te una guerra nella zona di Durazzo e darò in pasto i tuoi resti alle fiere e agli avvoltoi, dopo aver conferito contro di te con Cristo, il re dei re». L’imperatore disse: «Chi sei tu, e come sei entrato così nel mio palazzo a quest’ora?». La voce gli disse: «Sono Nicola, vescovo peccatore, e risiedo a Mira, metropoli della Licia». Detto ciò, scomparve.
Il mattino seguente, dopo la scarcerazione, l’imperatore li assolse da ogni accusa. Quindi li invitò a recarsi dal vescovo di Mira a comunicargli che egli aveva fatto come gli aveva ordinato in sogno: «E diede loro preziosi doni, un Vangelo d’oro, due candelabri d’oro, un calice d’oro ornato di pietre preziose da portare a quel sant’uomo, insieme anche a delle lettere». Quelli andarono e presentarono i doni. Il santo li benedisse, esortandoli con ammonimenti e promettendo preghiere per loro.