La partecipazione concreta, anche economica, ai bisogni della comunità ecclesiale più ampia ha preso forme diverse lungo la storia, attraverso collette e donazioni di singoli fedeli o di intere chiese locali; con la consapevolezza che tutti i battezzati sono chiamati a sostenere anche materialmente, con ciò che si può, l’opera di evangelizzazione e al tempo stesso di soccorrere i poveri.

La Chiesa infatti, pur essendo un’istituzione umana, storica, con tutto quello che ha comportato, non ha una natura politica, ma essenzialmente spirituale: è il Popolo di Dio che cammina verso l’incontro con Cristo. È una comunità di persone sempre più consapevoli che ciò che li lega intorno al Signore è la comunione tra loro e la solidarietà con chi ha bisogno.

Già nel Vangelo di Luca leggiamo: «Gesù se ne andava per le città e i villaggi, predicando e annunziando la buona novella del regno di Dio. C’erano con lui i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria di Màgdala, dalla quale erano usciti sette demòni, Giovanna, moglie di Cusa, amministratore di Erode, Susanna e molte altre, che li assistevano con i loro beni» (Lc 8, 1-3).

Come nasce l’Obolo di San Pietro?

Non a caso l’Obolo, come donazione al successore di Pietro, prese forma stabile nel VII secolo, con la conversione degli Anglosassoni, in collegamento con la festa dell’apostolo a cui Gesù ha affidato la sua Chiesa. È poi cresciuto nei secoli successivi con l’adesione al cristianesimo degli altri popoli europei, sempre come un contributo di riconoscenza e attenzione al Papa, quale espressione di unità e di corresponsabilità ecclesiale.

La colletta fu chiamata successivamente “Denarius Sancti Petri” (L’elemosina per San Pietro) e si diffuse nel resto dei paesi europei. Il 5 agosto del 1871 Papa Pio IX la volle regolamentare con l’enciclica “Saepe Venerabilis“.

Sono stati poi i vescovi di tutto il mondo, riuniti nel Concilio Vaticano II agli inizi degli anni ‘60, a riassumere ed illuminare il significato dei beni materiali per la Chiesa.

Nella Costituzione apostolica Gaudium et Spes, promulgata da Papa Paolo VI nel 1965 essi scrivono: «le cose terrene e quelle che, nella condizione umana, superano questo mondo, sono strettamente unite, e la Chiesa stessa si serve di strumenti temporali nella misura che la propria missione richiede» 

L’Obolo contribuisce per questo a sostenere anche la Sede Apostolica e le attività della Santa Sede.

Quando si donano i soldi e cosa si fa con quei soldi?

Attualmente, la colletta per l’Obolo di San Pietro ha luogo in tutto il mondo cattolico, per lo più il 29 giugno o la domenica più vicina alla Solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo. Le offerte arrivano in tanti modi diversi che confluiscono a formare l’Obolo che viene poi ridistribuito, secondo le indicazioni del Papa, a quanti ne hanno bisogno. Il criterio generale che ispira questa pratica si richiama ancora alla Chiesa primitiva, sono le offerte date spontaneamente dai cattolici di tutto il mondo, ed anche da altre persone di buona volontà, come servizio per gli altri.

Sul sito dell’Obolo di San Pietro si trovano tutte le opere realizzate con il denaro che viene raccolto ogni anno da tutte le parti del mondo:

Clicca qui per sapere tutte le opere che vengono realizzate.

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