Chi era l’Avvocato del diavolo? Per secoli, dalla Costituzione Apostolica Immensa Aeterni Dei del 1588 di Papa Sisto V, i Processi di Canonizzazione comprendevano la figura del Promotore della Fede. L’incaricato di cercare tutto ciò che impediva la dichiarazione in Beato e poi Santo.

Chi era l’Avvocato del diavolo?

In un’intervista a EWTN, il postulatore Andrea Ambrosi ha sottolineato che “l’avvocato del diavolo” era “colui che avrebbe dovuto cercare i difetti contro il Servo di Dio” proprio durante il processo. “Mentre l’avvocato lavorava a favore, [il promotore della fede] lavorava contro di esso. Ed è per questo che è stato chiamato ‘avvocato del diavolo'” ha aggiunto.

Inoltre, a seconda che si tratti di un processo che riguarda un Venerabile recentemente deceduto, per il quale vi sono testimoni viventi, o di un processo di causa storica, quindi senza testimoni diretti, la positio (relazione redatta dal postulatore nella fase romana del processo) deve essere esaminata “prima da un gruppo di sei consultori storici, poi da nove consultori teologi, infine da quindici cardinali arcivescovi”.

La Fase Diocesana e Romana del Processo

“Nella fase romana, il postulatore assume il compito di rappresentare tutti gli attori, mentre, nella fase diocesana il postulatore è nominato dal Vescovo e opera solo in quella diocesi e solo per quella causa. (…) Ho molti casi negli Stati Uniti, in Germania e in altre nazioni. Parto sempre dalla fase diocesana e poi, quando arrivo a Roma, la Congregazione delle Cause dei Santi mi riconosce il titolo che già mi aveva conferito il Vescovo” ha specificato.

“Il diocesano deve seguire le istruzioni del processo. Ottenere testimoni, sebbene non siano presenti agli interrogatori, perché segreti. Aiutare il tribunale ecclesiastico locale nella stesura dell’elenco dei testi e consigliare le commissioni storiche e teologiche sui lavori da svolgere, ma sempre dall’esterno. Non può stare in tribunale. (…) Poi quando arriva a Roma, prende tutto questo materiale e redige la positio”.

L’Importanza di essere a Roma

“Il fatto è che bisogna essere vicini a Roma per essere vicini alla Congregazione delle Cause dei Santi. (…) Molte volte la Congregazione avanza in istanze alle quali è necessario rispondere prontamente e, se si è fuori Roma, è più difficile. È vero che c’è la posta elettronica, i media, ma in Vaticano lavorano ancora con la comunicazione faccia a faccia, il vis a vis per parlare insieme e risolvere i problemi”. Anzi, “è ancora più importante quando si tratta di miracoli, perché i medici sono tutti, o quasi, a Roma ed è necessario incontrarli. Prima di interpretare un caso che sembra miracoloso vado sempre a interrogare un medico” ha sottolineato.

L’Avvocato del diavolo esiste ancora?

Questa figura è stata soppressa nel 1983 da Papa Giovanni Paolo II con la costituzione apostolica Divinus perfectionis magister e la riforma del Codice di diritto canonico. Questo è stato fatto per avere anche una accelerazione dei processi di canonizzazione. Ora, il processo viene svolto per mezzo di diverse commissioni di esperti. C’è una figura simile, il promotore di giustizia, ma il suo ruolo è più notarile.

Chi era l’Avvocato del diavolo?

Approfondimento:

Aciprensa (Fonte)

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