1) San Sebastiano
San Sebastiano, nativo di Narbona e cittadino di Milano, nella prima metà del secolo V era una guardia pretoriana di Diocleziano e svolgeva una intensa attività caritativa verso i bisognosi. È il principale santo protettore invocato contro la peste; durante il suo martirio venne condannato a morte mediante il supplizio delle frecce e sopravvisse miracolosamente ai colpi infertigli dai commilitoni.
Curato da santa Irene, si presentò di nuovo all’Imperatore che lo fece uccidere a bastonate. Le ferite causate dalle frecce sono paragonate ai segni (bubboni) della peste: oltre al santo si è salvato perciò anche il popolo che, rivolgendosi a lui, spera di salvarsi dalla peste. Ma c’è un altro legame tra le frecce e la peste: l’ira divina è paragonata alle frecce scagliate da un arco e, nel Medioevo, il diffondersi della peste fu visto come lo scatenarsi dell’ira di Dio. Il suo corpo fu sepolto sulla via Appia e forse successivamente traslato.
2) San Rocco
San Rocco era francese. Nacque a Montpellier in una famiglia agiata della grande borghesia mercantile tra il 1345 ed il 1350. Secondo la tradizione, una volta morti i genitori e donate ai poveri tutte le sue ricchezze, lasciò la Francia e venne in Italia, dove infuriavano pestilenze e guerre, con lo scopo di curare i pellegrini ammalati. A Piacenza, dove giunse nel luglio 1371, mentre assisteva gli ammalati di peste dell’Ospedale di Santa Maria di Betlemme, si ammalò egli stesso. Tormentato da un dolorosissimo bubbone all’inguine, si ritrovò cacciato dagli altri ammalati, stanchi dei suoi lamenti. Trascinatosi fino a Sarmato (a 17 km dalla città), Rocco si riparò in una grotta ad aspettare la morte. Fu un cane che lo salvò. La bestiola, accortasi della sua presenza e della sua sofferenza, gli portò ogni giorno un pezzo di pane, fino alla sua guarigione. San Rocco una volta guarito, non tornò in Francia, ma riprese la sua attività a favore degli appestati per la quale ancora oggi è ricordato.
3) Santa Rita da Cascia
Santa Rita (Margherita Lotti) nacque vicino alla città di Cascia nel 1371. Moglie e madre di due bambini, nel 1406 perde il marito che viene assassinato presso il “Mulinaccio” dove si era trasferito con Rita e i due figli. Molto presto però anche i suoi due figli morirono, probabilmente di peste, e così, rimasta sola, Rita si avvicina sempre più a Cristo sofferente nella preghiera.
All’età di circa 36 anni bussa alla porta del Monastero di Santa Maria Maddalena e corona il suo desiderio di ricevere l’abito e vivere la Regola di Sant’Agostino, che professa nei suoi 40 anni di permanenza nel Monastero fino alla morte.
Subito dopo la sua morte, Rita viene venerata come la protettrice della pesta, probabilmente per il fatto che in vita, Suor Rita Lotti si era dedicata alla cura degli appestati, senza mai contrarre questa malattia. Da qui deriverebbe l’attribuzione di santa dei casi impossibili.
4) Sant’Antonio Abate
Sant’Antonio abate era un eremita che viveva nel deserto. La sua vita, che si svolse attorno all’anno 340, sotto Costantino imperatore, fu narrata da Anastasio. Viene raffigurato spesso con un maialino, che forse indica il demonio piegato e vinto. Non è chiaro il rapporto tra sant’Antonio abate e la peste, ma anche lui venne invocato, forse a causa delle numerose rinuncie e privazioni e della ben nota santità della sua vita.