Durante un incontro che Papa Francesco ha recentemente avuto con un gruppo di giovani della riunione pre-sinodale per la preparazione del Sinodo sui Giovani di Ottobre, il Pontefice è stato quasi costretto a rispondere a una curiosa domanda sui tatuaggi.

In quell’incontro, un giovane seminarista gli ha chiesto come i Pastori della Chiesa dovrebbero affrontare le sfide attuali in un mondo in cui i tatuaggi sono così diffusi e che “per alcuni rappresentano uno sfoggio di bellezza” e che altri invece “hanno difficoltà a capirne” il significato..

Questa è stata la risposta del Papa:

Non vi spaventate dei tatuaggi. Gli eritrei, già molti anni fa, si facevano la croce (sulla fronte).

Anche oggi li vediamo. Si tatuavano la croce.

Sì, ci sono esagerazioni, oggi ne vedo alcune.Ma credo che quelli che hanno un tatuaggio grande non possono donare il sangue, o qualcosa del genere…perché c’è il pericolo di intossicazione.

Quando si esagera c’è un problema di esagerazione ma non del tatuaggio.

Il tatuaggio indica appartenenza.

Tu, giovane, che ti sei tatuato o tatuata così,

cosa cerchi? In quel tatuaggio, a quale appartenenza ti riferisci?

E cominciare a dialogare partendo da questo e da lì si arriva alla cultura dei giovani.”

 

Infine, il Papa ha incoraggiato i sacerdoti a dialogare in questo modo con i giovani e così raggiungere la loro cultura.

È importante non aver paura. Con i giovani non si dovrebbe mai avere paura! Mai! Perché sempre, anche dietro le cose che non sono così buone, c’è qualcosa che ci porterà ad una certa verità “, ha concluso la sua santità.

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