Da Sant’Ireneo in poi è molto facile scorgere tra gli scritti dei padri della Chiesa e altri autori di Chiesa alcuni riferimenti al Vangelo di Giuda. Ma che cos’è veramente?

Dal libro di Juan Chapa, Edizioni Rialp, possiamo prendere alcuni interessanti spunti. L’autore infatti riferendosi a Sant’Ireneo dice:

“Dato che Sant’Ireneo scrisse la sua opera, Contro gli eretici, nel 180 è molto probabile che il Vangelo di Giuda esistesse già da prima, forse scritto in greco, tra il 130 e il 170 d.C. Dalla setta dei Cainiti non sappiamo di più di ciò che ci dice Sant’Ireneo. Non si sa se era un gruppo indipendente o se facessero parte di una setta gnostica molto ampia.

Recentemente si è venuto a scoprire un codice del IV secolo ritrovato in Egitto con all’interno un testo copto del Vangelo di Giuda. Il codice contiene anche altri tre scritti gnostici. Con questa nuova scoperta possiamo capire che il Vangelo di Giuda raccoglie una supposta rivelazione di Gesù a Giuda Iscariota “tre giorni prima aver celebrato la Pasqua”.

Si tratta di un’opera carente di qualsiasi contenuto storico, che utilizza il nome di Giuda per trasmettere degli insegnamenti occulti agli iniziati della setta. Dopo aver detto che Gesù portava avanti il suo ministero terreno facendo miracoli e mostrandosi a volte di fronte ai suoi discepoli con le sembianze di un bambino, narra di un dialogo tra Gesù e i discepoli.

In sintesi, il Vangelo di Giuda  è un testo che può avere un valore per conoscere lo gnosticismo del II secolo. Ma, dal punto di vista storico, non apporta nulla su Gesù e i suoi discepoli che già non sappiamo grazie ai Vangeli.

 

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