Oliviero di Malmesbury, meglio noto come “il monaco volante”, fu un monaco benedettino che visse in Inghilterra all’inizio del XI secolo. 

Si guadagnò il soprannome di “monaco volante” perché tentò di saltare dalla torre più alta della sua abbazia. Vuoi sapere quante ossa si è rotto dopo tale impresa? Te lo raccontiamo qui: 

Eilmer viveva nell abbazia di Malmesbury, in Inghilterra, che a quel tempo contava con la seconda biblioteca più grande d’Europa. Lì poté approfondire i suoi studi in astronomia e nella conoscenza pratica delle leggi della meccanica. 

Incoraggiato dalla conoscenza acquisite durante gli anni di studio, iniziò ad elaborare alcuni calcoli che talvolta gli avrebbero consentito di avverare uno dei sogni più ambiti dall’uomo: quello di volare.

Fattosi coraggio, si sistemò due ali di sua invenzione e si lanciò dalla torre dell’abbazia senza battere ciglio (24 metri d’altezza!). 

E per puro caso (o Provvidenza) scampò alla morte.

Oliviero (Eilmer) di Malmesbury (vetrata installata nell’Abbazia della sua città nel 1920)

Rimase sciancato però non si perse d’animo: voleva ancora volare. Ma l’abate gli vietò di replicare il folle esperimento. E così Elmer si accontentò di studiare giorno e notte il cielo, tanto che i suoi trattati di astrologia furono molto considerati fino al XVI secolo.

l tentativo fallito di Elmer fu studiato e narrato a lungo da valenti studiosi e enciclopedisti come Helinand de Froidmont, Alberico delle Tre Fontane e Vincent de Beauvais.

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