Il 13 marzo 2013, il Cardinale di Buenos Aires, Jorge Mario Bergoglio, diventa il 266.mo Pontefice della Chiesa cattolica. Primo Papa proveniente dalle Americhe; primo Papa giunto dall’emisfero Sud; primo gesuita Vescovo di Roma, ma soprattutto il primo Papa ad aver scelto il nome di Francesco, dopo San Francesco di Assisi (1181-1226), uno dei santi cristiani e riformatori più venerati, che dedicò la propria vita a “Sorella Povertà” e al profondo amore per la natura e per tutti gli esseri viventi sulla “Sorella Madre Terra”.
“Papa Francesco. Un uomo di parola”, scritto e diretto dal regista tre volte nominato agli Oscar, Wim Wenders, è destinato ad essere, più che un film documentario sulla sua vita, un viaggio personale con Papa Francesco. Punto di partenza del progetto, la volontà espressa da mons. Dario Edoardo Viganò, prefetto della Segreteria per la Comunicazione della Santa Sede, di fare un film con Papa Francesco, e non su Papa Francesco. Rara co-produzione con il Vaticano, le idee e il messaggio del Papa sono al centro del docu-film, che descrive il lavoro di riforma compiuto dal Santo Padre e le sue risposte alle principali sfide globali del mondo di oggi: la morte, la giustizia sociale, l’immigrazione, l’ecologia, le diseguaglianza in termini di ricchezza, il materialismo e il ruolo della famiglia.
La tecnica di ripresa (direct-to-camera) del film porta lo spettatore faccia a faccia con il Papa, creando un dialogo tra lui, e – letteralmente – il mondo circostante. Raccogliendo le domande di persone in diversi percorsi e fasi della vita, Papa Francesco risponde agli agricoltori e ai lavoratori, ai rifugiati, ai bambini e agli anziani, ai carcerati e a coloro che vivono nelle favelas (baraccopoli) o ancora nei campi profughi. Tutte queste voci e tutti questi volti rappresentano uno spaccato di umanità che si unisce in un dialogo con Papa Francesco.
Questa “sinfonia di domande” costituisce lo scheletro del film, che mostra anche il Papa nei suoi tanti viaggi attraverso il mondo, con immagini che lo riprendono mentre parla alle Nazioni Unite, si rivolge al Congresso degli Stati Uniti, piange con le persone raccolte al Ground Zero e al Yad Vashem, il Centro Mondiale per la Memoria dell’Olocausto a Gerusalemme; parla ai detenuti nelle carceri e ai rifugiati nei campi profughi del Mediterraneo. Lo vediamo viaggiare in Terra Santa (Palestina e Israele), in Africa, in Sud America e in Asia.
In tutto il film, Papa Francesco condivide la sua visione di Chiesa e la sua profonda preoccupazione per i poveri, il suo impegno per le questioni ambientali e per la giustizia sociale; il suo appello per la pace nelle aree segnate dai conflitti e per la pace e il dialogo tra le diverse religioni. Nel film appare anche San Francesco, richiamo al nome scelto dal Papa, con cenni ad alcuni momenti leggendari della vita del Santo, come riformatore ed ecologista.
In un’epoca di profonda sfiducia verso il mondo della politica e delle persone al potere, in un mondo in cui le menzogne, la corruzione e il raggiro dei fatti sono all’ordine del giorno, “Papa Francesco. Un uomo di parola” ci mostra una persona che vive conformemente a ciò che predica, e che ha guadagnato la fiducia di persone appartenenti ad ogni credo e cultura del mondo.
Ecco qui il trailer del film:
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