Secondo i Vangeli sinottici, Gesù più volte ha andato i suoi discepoli in missione, per annunciare la Buona Novella con i segni della sua potenza: guarire ed esorcizzare. “Allora chiamò i Dodici e cominciò a mandarli a due a due e diede loro potere sugli spiriti immondi” (Mc 6,7; cfr. Mt 10,1) e ancora: “Conferì loro potere e autorità su tutti i demoni e di guarire le malattie” (Lc 9,1).

Per la missione dei 72 discepoli invece, che troviamo solo nel Vangelo di Luca, il discorso di Gesù non fa riferimento né ad esorcismi, ma se andiamo a vedere meglio, in realtà le due cose sono presupposte. Ecco la loro risposta: “Signore, anche i demoni si sottomettono a noi nel tuo nome” (Lc 10, 1-2).

E Gesù rispose loro: “Io vedevo Satana cadere dal Cielo come la folgore…Non rallegratevi però anche i demoni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli” (Lc 10, 18, 20).

Nella frase conclusiva di Marco, Gesù, prima di lasciare i discepoli, consegna loro la missione di esorcizzare fino alla fine del mondo: “Questi saranno i segni che accompagneranno coloro che credono: nel mio nome scacciano i demoni, parleranno lingue nuove…imporranno le mani ai malati e questi guariranno” (Mc 16, 17-18).

Come vediamo l’esorcismo è posto al primo posto.

Ma esiste anche una fase successiva alla Pentecoste dove si evidenzia l’importanza degli esorcismi.

Infatti, dopo l’Ascensione al Cielo e la nascita della Chiesa, gli apostoli continuano ad esorcizzare: “A Gerusalemme le folle portavano malati e persone tormentate da spiriti immondi e tutti guarivano” (At 5, 16). Anche Filippo operava così in Samaria: “Da molti indemoniati uscivano spiriti immondi, emettendo alte grida” (At 8, 7).

E ancora nel capitolo 19, 11-12 degli Atti degli Apostoli troviamo: “Dio intanto operava prodigi non comuni per opera di Paolo, al punto che si mettevano sopra i malati fazzoletti o grembiuli, che erano stati a contatto con lui e le malattie cessavano e gli spiriti cattivi fuggivano”.

Ma la cosa più interessante è che spesso negli Atti degli Apostoli la lotta contro Satana si presenta come una lotta contro la magia. Simon Pietro affronta vittoriosamente Simon Mago, che Filippo sembra di aver convertito, ma viene smascherato, quando pretende di acquistare da Pietro il potere sullo Spirito Santo (At 8, 13-24).

Paolo condanna le stregonerie come opere della carne e nemiche dello Spirito di Dio, e le troviamo, in una scala di gravità, subito dopo l’idolatria (Gal 5,20). Ma non solo. Paolo mette in guardia anche i Corinzi dal culto ai demoni (qui si riferisce agli idoli), incompatibile con la comunione con Cristo (1 Cor 10, 21-22). Insomma, possiamo vedere che la lotta contro Satana spesso diventa una lotta contro i culti pagani, gli spiritismi e alla magia.

Conclusione? Gesù ha da sempre scacciato i demoni, e lo stesso voleva dai suoi discepoli. Gli ha conferito il potere di combattere i demoni, il che vuol dire che questo è un ministero specifico e vittorioso.

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