Il prossimo fine settimana la Chiesa sarà in festa. Domenica 14 ottobre, Papa Francesco canonizzerà sette persone per la loro vita esemplare.

Li conosci? Qui te li presentiamo brevemente:

Nazaria Ignacia March Mesa

Nata a Madrid nel 1889, ma per ragioni economiche la famiglia dovette trasferirsi in Messico. Fu in questo paese che alla fine entrò nella Congregazione delle Piccole Sorelle degli Anziani abbandonati. Nel 1925 lasciò questa congregazione per fondare la Congregazione delle missionarie crociate della Chiesa Morì nel 1943 in Argentina, ma il suo corpo fu portato a Oruro nel 1972, dove attualmente si trova il suo santuario.

Paolo VI

Nato in Italia nel 1897, fu Papa della Chiesa cattolica tra il 1963 e il 1978.

Paolo VI è stato un Papa riformatore. A tutto tondo. Nei suoi 15 anni di pontificato sono stati, infatti, rivisti e rinnovati diversi aspetti della vita e dell’istituzione ecclesiastica.

Tra i tanti settori toccati da Paolo VI – Pontefice tra il 1963 e il 1978 – vi è il cerimoniale pontificio, reso via via più snello. Con il Motu Proprio Pontificalis Domus diede il via all’abolizione della Guardia Palatina e della Guardia Nobile e rinnovò profondamente la struttura della Casa Pontificia.

Nel 1965 Papa Montini decise inoltre di istituire il Sinodo dei Vescovi: con il Motu Proprio Apostolica Sollicitudo, il collegio episcopale – nel pieno delConcilio Vaticano II – diventava uno strumento permamente di consiglio e consultivo per il Papa.

Da grande conoscitore della macchina amministrativa della Chiesa, Paolo VI riformò anche l’organizzazione interna della struttura di governo. Ad esempio la Congregazione dei Riti viene scissa in due Congregazioni specifiche: quella per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti e quella per le Cause dei Santi. La Costituzione Apostolica Regimini Ecclesiae universae è l’architrave del progetto paolino di riforma della Curia.

E come non ricordare la decisione di porre i limiti di età per il pensionamento dei vescovi: al compimento del 75° anno di età, il vescovo è chiamato a presentare al Papa la lettera di rinuncia dai propri incarichi. Ed è stato lo stesso Paolo VI ad estromettere dal conclave i cardinali che hanno compiuto gli 80 anni.

Anche il nuovo rito della celebrazione della Messa porta la firma di Paolo VI. E’ stato Papa Montini ad accogliere le indicazioni del Concilio e promulgare le nuove norme liturgiche nel 1970.

E forse potremmo ascrivere al grande capitolo delle riforme paoline anche l’istituzione dei viaggi apostolici internazionali: Paolo VI è stato infatti il primo Papa a salire su un aereo e viaggiare verso gli estremi confini della Terra.

Mons. Oscar Romero

Nato in El Salvador nel 1917, non solo divenne prete, ma anche arcivescovo metropolitano di San Salvador. È famoso perché nelle sue omelie e nelle sue parole al pubblico si è dichiarato contro ogni guerra o guerriglia. Qualsiasi atto di violenza, in particolare socialista, era disapprovato da lui. Un giorno fu ucciso da un cecchino del guerrigliero salvadoregno, morendo nel 1980. Sembri familiare con la sua testimonianza? La canzone “El Padre Antonio e il Monaguillo Andrés” di Rubén Blades è basata sulla sua vita.

Vincenzo Romano

Allievo di Alfonso Maria de’ Liguori, San Vincenzo Romano, il primo parroco italiano del clero secolare elevato agli onori degli altari è il patrono e protettore dei sacerdoti napoletani. Da sempre vicino agli ultimi Vincenzo Romano si meritò l’appellativo di prete dei lavoratori, infatti, insieme agli abitanti della cittadina alle falde del Vesuvio, faticò con gli operai per ricostruire la città andata distrutta dall’eruzione del Vesuvio del 15 giugno 1794. In particolare volle proprio la ricostruzione della Basilica di Santa Croce a Torre del Greco e dove per anni ha celebrato i sacramenti.

Ed è li che ancora oggi riposano le sue spoglie. Don Vincenzo morì il 20 dicembre 1831 per una polmonite.

Francesco Spinelli

Nato a Milano il 14 aprile 1853 da genitori bergamaschi, fu educato dalla madre alla carità verso i poveri e i malati. Divenne sacerdote nel 1875, dopo aver compiuto la necessaria formazione come alunno esterno del Seminario di Bergamo. Una visione avuta sul finire del 1875, mentre pregava nella basilica romana di Santa Maria Maggiore nel corso del Giubileo, gli fece intuire che avrebbe dovuto fondare una congregazione femminile, dedita all’adorazione perpetua dell’Eucaristia. Il progetto iniziò dopo l’incontro con Caterina Comensoli, che desiderava fondare anche lei una realtà simile. Il 15 dicembre 1882 cominciò quindi la vita delle Suore Adoratrici del SS. Sacramento. Nel 1899, per equivoci di natura economica, don Francesco dovette abbandonare Bergamo e stabilirsi a Rivolta d’Adda, in diocesi di Cremona. Dall’unica casa non coinvolta nel fallimento economico sorsero le Suore Adoratrici del SS. Sacramento di Rivolta d’Adda, che finalizzarono il loro impegno nel servizio ai più poveri, nei quali ravvisavano il volto di Cristo adorato nell’Eucaristia. Caterina Comensoli, in religione suor Geltrude del SS. Sacramento (canonizzata nel 2009), portò avanti autonomamente il cammino delle Suore Sacramentine di Bergamo. Don Francesco morì il 6 febbraio 1913, per un carcinoma allo stomaco. Fu beatificato dal Papa san Giovanni Paolo II il 21 giugno 1992, nel santuario di Santa Maria alla Fonte in Caravaggio. La sua canonizzazione è stata fissata al 14 ottobre 2018. I suoi resti mortali sono venerati nella casa madre delle Suore Adoratrici di Rivolta d’Adda, mentre la sua memoria liturgica cade il 6 febbraio, giorno

Nunzio Sulprizio 

Nato in Italia nel 1817, a Napoli. La vita di questo futuro santo non è stata facile. Di origini umili e rimasto orfano da piccolo di entrambi i genitori, fu inizialmente cresciuto dalla nonna materna, a sua volta scomparsa quando il ragazzo aveva 9 anni, mentre uno zio lo avviò al mestiere di fabbro nella sua bottega di Pescosansonesco dove Nunzio era nato il 13 aprile 1817. Proprio a causa della pesantezza del lavoro il giovane, di costituzione fragile, si ammalò di una grave patologia ossea. Per curarsi venne ricoverato in ospedale all’Aquila e poi a Napoli dove viveva uno zio militare che lo fece seguire da un colonnello medico. Le terapie però non riuscirono ad evitargli atroci sofferenze fino all’amputazione della gamba. Morì a diciannove anni il 5 maggio 1836. La fama di santità di Sulprizio si diffuse rapidamente dopo la sua morte, alimentata dal racconto di chi poteva testimoniare il coraggio e la fede con cui aveva affrontato la malattia

Maria Katerina Kasper

Katerina Kasper nacque nel villaggio di Dernbach, in Germania, il 26 maggio 1820. Per aiutare la sua numerosa famiglia, trascorse l’adolescenza in lavori umili come quelli dei campi, oppure spaccando le pietre che servivano per lastricare le strade. Nel 1842 perse il padre e un fratello: insieme alla madre, iniziò a compiere lavori di tessitura e, nel frattempo, aveva dovuto vendere la casa. Intanto continuava ad avere in cuore il desiderio di consacrarsi a Dio, sebbene non volesse entrare in nessuna famiglia religiosa esistente. Ne fondò una lei, appoggiata dai suoi parrocchiani. Cominciò la vita comune con alcune compagne nel 1845: tre anni dopo, il giorno dell’Assunta, aprì la loro casa ai poveri del paese. Al nuovo sodalizio diede il nome di Povere Ancelle di Gesù Cristo, mentre lei, con la vestizione religiosa, aggiunse al proprio quello di Maria. Con la stessa tenacia degli anni giovanili, madre Maria Caterina seguì la formazione delle novizie e l’apertura di nuove case, anche all’estero, per aiutare gli immigrati tedeschi. Un infarto la raggiunse il 27 gennaio 1898: morì il 2 febbraio, all’alba. È stata beatificata da Paolo VI il 16 aprile 1978. Il 6 marzo 2018 papa Francesco ha riconosciuto un ulteriore miracolo per sua intercessione, aprendo la via alla canonizzazione, la cui data è stata fissata, nel Concistoro ordinario pubblico del 19 maggio dello stesso anno, al 14 ottobre successivo.

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