Il Beato Bartolo Longo fu un avvocato e laico beatificato dalla Chiesa Cattolica il 26 ottobre del 1980.

Sacerdote Spiritista e Anti-clericale

Nacque nella città di Latiano, in provincia di Brindisi,  il 10 Febbraio del 1841. Prima di ottenere la laurea in legge all’Università di Napoli, fu coinvolta in una moda anti-cristiana di quel tempo dedita alle superstizioni e allo spiritismo: egli divenne una sorta di “medium” di primo rango e un “sacerdote spiritista”.

Iniziò così ad odiare la Chiesa, organizzando conferenze ostili ad essa dove si criticava il clero.

Grazie al lavoro perseverante di due suoi amici (Vincenzo Pepe e il domenicano padre Alberto Radente) egli fece ritorno alla fede cristiana. Dopo questo rincontro con Cristo abbandonò la sua vita da libertino e si dedicò interamente alle opere di carità e allo studio della religione. Si aggregò al Terzo Ordine di San Domenico e fece voto di castità.

A Napoli, dove svolgeva le sue attività caritative, conobbe il beato Ludovico da Casoria e la futura santa Caterina Volpicelli. Proprio nella casa che la Volpicelli aveva aperto a Napoli il Beato Bartolo Longo conobbe la contessa Marianna Farnarato de Fusco, anch’essa impegnata in opere assistenziali e caritatevoli. Grazie a questa conoscenza ella mutua passione per le opere di carità, il Beato Bartolo Longo fu invitato nella residenza dei conti, fatto che diede una svolta decisiva per la sua vita.

La contessa e Bartolo decisero così di sposarsi con il proposito di vivere come buoni amici, in amore fraterno.

Incontro con la Madonna

In uno dei suoi viaggi nelle proprietà della contessa, il beato sostenne di aver sentito la Madonna dirgli: “Se propagherai il Rosario sarai salvo”. Dopo questo illuminazione della Madonna, il beato decise di recarsi a Napoli per comprare un dipinto raffigurante la Vergine Maria, per così poterlo venerare.

Acquistò il quadro da una suora. Dopo averlo restaurato venne portato nella Valle di Pompei.

La Madonna, attraverso la venerazione del quadro, dal 13 febbraio del 1876 iniziò ad elargire grazie e miracoli. La voce si sparse rapidamente e migliaia di pellegrini si raccoglievano nella piccola parrocchia dove fu posta per venerarla e chiederle intercessione e grazie.

Fondatore del Santuario di Pompei

Nel 1876, su suggerimento del vescovo di Nola, iniziò una raccolta fondi per costruire un santuario a Pompei, proprio nel punto dove Il Beato Longo ascoltò la voce della Madonna. Il santuario fu terminato soltanto nel 1887 e il quadro sistemato su un trono; l’immagine verrà incoronata con un diadema d’oro, adornato con più di 700 pietre preziose e benedetto da Papa Leone XII.

Invocazioni a San Michele Arcangelo difensore custode del santuario di Pompei per ottenere il suo potente patrocinio

I. Io ti saluto, o altissimo Principe del Cielo, Capo di tutti i Principi delle Angeliche Gerarchie, amore degli Angeli giusti e terrore degli Angeli ribelli, mio dilettissimo Arcangelo San Michele. La tua bellezza rapisce l’animo mio, quando ti contemplo per quell’Angelo forte scendente di cielo, circonfuso di luminosa nuvola, l’iride sul capo, la faccia come sole, e colonne di fuoco i tuoi piedi. Io mi rallegro teco, poiché di tanta bellezza e magnificenza ti decorò il Signore, qual difensore della gloria del Verbo e dell’Immacolata sua Madre. Tu sei uno specchio chiarissimo sopra cui Dio ha improntata l’Immagine sua. Il tuo sapere e bellezza superano l’intelligenza e vaghezza di tutti gli Angeli, onde sei chiamato Cherubino, che tutti in te aduni i pregi loro. Il tuo soggiorno è un paradiso di delizie fatto a bella posta per te. Non vi ha luogo nei Cieli ove non spandi la tua voce: sopra monti di stelle è il tuo cammino. Unisco le mie lodi con quelle che ti fanno tutti gli Angeli del Cielo, e insieme con essi benedico la SS. Trinità di tanta potenza e gloria onde ti ha decorato in Cielo e in terra. E però col Coro degli Angeli io dico: Gloria Patri et Figlio, etc.

II. Io ti venero, o glorioso Arcangelo, Michele, qual sublime Spirito, a cui il Signore ha commesso l’augusto suo Nome, la sua Legge, la sua Chiesa, l’umanità tutta quanta. E cogli Arcangeli tutti ringrazio l’Altissimo, che di tanto onore ti fece degno. Gloria Patri et Filio, etc.

III. O invittissimo Principe, lascia che io sciolga il cantico della tua esaltazione. Tu sei l’Angelo della faccia del Signore, il fiato di Dio, il braccio di Dio, il promulgator del Vangelo, il primo dei Santi Sette Spiriti assistenti al Trono di Dio. Tu il Padre ed il Dottore degli Angeli fedeli, che ti venerano e ti ubbidiscono qual loro Sovrano e Custode. Onde io insieme con essi e col Coro dei Principati, lodo per te il Signore. Gloria Patri et Filio, etc.

IV. Io ti amo, o dolce ed umile Arcangelo. Tu apparisti sulle vette del Gauro che domina la valle di Pompei, forse per apparecchiare il regno di Maria sul luogo signoreggiato un dì da Satana, e risorto oggi a vita di benedizione. Deh! Apparisci oggi al mio spirito, e guidalo per retto cammino della verità e della giustizia, ed innamoralo delle bellezze del Cielo. Scolpisci sul mio cuore quel Nome soavissimo di Gesù, che, da te tre volte ripetuto, tramutò il superbo Lucifero in deforme dragone. Scrivi quel nome dinanzi agli occhi miei, affinché non veggano la vanità. Ripeti questo Nome alle mie orecchie, affinché non ascoltino le fallacie del mondo e le parole di malizia. Incidi questo Nome sulle mie labbra, affinché non si aprano giammai alla menzogna od a scusare l’iniquità. Ed io insieme colle Dominazioni ti esalto: Gloria Patri et Filio, etc.

V. Discendi propizio al soccorso della Chiesa tutta di Cristo, e degnati ancora di essere da oggi innanzi il Difensore del Santuario di Pompei, in cui ti hai un’ara consacrata al tuo nome; il Padre e Custode delle Orfanelle e dei Figli dei Carcerati raccolti sotto il manto della Vergine di Pompei; la Guida di tutti gli Associati al Tempio di Maria; il Protettore della mia casa, della mia famiglia, di tutte le mie opere, dell’anima e del corpo mio, che pongo sotto la tua singolar custodia. Ed invito il Coro delle Potestà a benedirti, e ringraziarti per me: Gloria Patri et Filio, etc.

VI. Tu, Ministro primo della Regina delle Vittorie, propaga per mondo il suo Rosario. Tu conducimi a lei, ed ottienimi tutte le grazie, di cui vedi che ho bisogno. Ispirami i modi onde possa a lei piacere. Tira gli animi dei peccatori, e menali pentiti a’ suoi piedi, mentre che io con le Virtù dei Cieli ti glorifico: Gloria Patri et Filio, etc.

VII. O Spirito bellissimo e potentissimo, sii luce ai passi miei; fortezza nei miei abbattimenti; vittoria nel tumulto delle passioni; conforto nei travagli della vita; rifugio dal mondo che mi perseguita; salute nelle infermità che mi ambasciano; liberazione dai lacci che i miei nemici mi han tesi per sorprendermi; sostegno contro il demonio che mi tenta. E col Coro dei Troni ti onoro: Gloria Patri et Filio, etc.

VIII. E quando Satana discenderà con ira grande all’ultima lotta contro di me morente; e tu lo fuga col tuo fulmineo sguardo, o invitto Guerriero di Dio. E il nome di Gesù e di Maria, da te ripetuto, sia per me, lasso, melodia soave, preludio delle armonie del Cielo. Ed io col Coro dei Cherubini lodo e benedico Iddio che ti fece così grande: Gloria Patri et Filio, etc.

IX. Oh Arcangelo santo! Io ti invocherò sempre, e ti amerò, e ti onorerò in terra. E tu, quando mi presenterai al Divino Giudice, volgi per me quella prece, che mi farà sicuro il Paradiso. Ed ora per allora insieme coi Serafini io canto: Gloria Patri et Filio, et Spiritui Sancto; sicut erat in principio et nunc et semper et in saecula saeculorum.

Amen.

Condividi questo articolo