Esiste un miracolo nascosto nel Nord Europa: si chiama Islanda. La Chiesa Cattolica in Islanda è in pensa espansione così come lo è la sua economia domestica. 

In un paese a maggioranza luterana, almeno secondo le statistiche, esiste una chiesa molto dinamica, vivace e giovane che riempie sempre più i banchi delle chiese cattolica. E non si tratta di anziana ma sorprendente delle nuove generazioni. 

Il vescovo della capitale islandese, Reykjavik, è un giovane dalla folta barba di nome David Tencer e frate cappuccino.

E’ il paradosso di un paese che ultimamente è saltato alla vista per avere una delle tasse più basse di bambini nati con Sindrome di Down al mondo, vicino allo 0%, e dove l’aborto non è soltanto legale ma viene finanziato dal sistema sanitario del paese. 

I giovani che oggi frequentano i banchi delle ravvivate chiese cattoliche islandesi sono per lo più figli di immigrati proveniente dall’Europa dell’Est, dall’Asia per coprire la carente manovalanza del paese. 

“Oggi abbiamo membri della Chiesa cattolica venuti qui da molte nazioni e contiamo quasi 100 lingue”, ha affermato il Vescovo Tencer al National Catholic Register,  osservando che, di gran lunga, il maggior numero di nuovi arrivati sono polacchi, che rappresentano circa il 4% della popolazione islandese.

L’Islanda alla fine si è ripresa dalla crisi finanziaria del 2008 che ha interrotto questo slancio immergendo l’economia della nazione insulare in una depressione. È stata una dolorosa battuta d’arresto che ha costretto la ricerca dell’anima economica in un paese reso popolare da paesaggi innevati, vulcani, geyser e dal’ abbondante presenza di energia geotermica. Turismo, pesca e tecnologia hanno guidato la ripresa. Oggi le gru affollano il centro di Reykjavik, dove gli equipaggi polacchi costruiscono hotel all’avanguardia e gettano cemento per le scintillanti torri degli uffici.

Cinquant’anni dopo la sua fondazione, la diocesi cattolica di Reykjavik, composta da sei parrocchie e 18 chiese in tutta questa curiosa isola nordica nel Nord Atlantico, non è mai stata così forte numericamente. E sta crescendo rapidamente quanto l’economia domestica, dove i turisti sono più numerosi di tre a uno. Per definizione, la Chiesa cattolica in Islanda ha il sta vivendo una crescita tale da far sorridere qualsiasi altro vescovo del mondo: “Siamo la comunità cattolica in più rapida crescita nei paesi nordici”, ha affermato il vescovo Tencer.

(Diocese of Reykjavik and John Aidan Byrne photos)

Al servizio di questa popolazione cattolica in crescita ci sono 16 sacerdoti provenienti da altri paesi e uno locale dall’Islanda.

Nel 1970 c’erano circa 1.000 cattolici, per la maggior parte nativi, in Islanda. Da allora, in circa un decennio, la popolazione cattolica è salito alle stelle da circa 3.000 membri a 13.500 cattolici registrati. La maggior parte sono immigrati. Ciò significa che la popolazione cattolica dell’Islanda ora si aggira intorno al 4% della popolazione islandese di 338.000, da appena l’1% in meno di una generazione. “Oggi è una Chiesa giovane – ben l’80% che frequenta la messa la domenica sono giovani, e questo è un fenomeno molto recente per noi”, ha detto il vescovo Tencer. “Quando entri nelle chiese qui, vedrai molti giovani volti, ma non altrettanti anziani.” Le messe vengono fatte in diverse lingue, perlopiù in islandese, polacco, spagnolo e inglese.

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