"Teresa non era più la stessa, Gesù aveva cambiato il suo cuore!"

Attraverso i suoi scritti e il suo esempio, Teresa di Gesù Bambino, Santa amata e Dottore della Chiesa, ci ha donato la sua “piccola via” verso Dio. E se vi dicessi che questo cammino ha un forte rapporto con il Natale?

María Francisca Teresa Martin Guérin era una ragazza difficile. La futura santa era testarda e ogni piccolo inconveniente o conflitto le provocava molti pianti. Sua madre, Santa Zélie, ha scritto della sua natura ostinata e infantile. I loro genitori spesso si sentivano impotenti e scoraggiati. E la stessa Teresa sapeva che era vero!

Nella sua autobiografia, "Storia di un'anima", Teresa ha affermato:

Ero veramen­te insopportabile per la mia sensibilità eccessiva. Così, se mi accadeva di dare involontariamente un po’ di dispiacere a qual­cuno cui volessi bene, invece di dominarmi e non piangere, ciò che ingrandiva il mio errore anziché attenuarlo, piangevo come una Maddalena, e quando cominciavo a consolarmi della cosa in sé, piangevo per aver pianto… Tutti i ragionamenti erano inutili e non potevo arrivare a correggermi di questo brutto difetto.

Il miracolo di Natale

133. Fu il 25 dicembre 1886 che ricevetti la grazia di uscire dall’infanzia, in una parola la grazia della mia conversione completa. (...) mi rallegravo di andare a prendere le mie scarpette nel camino, quest’antica usanza ci aveva dato tante gioie nella nostra infanzia (...) A Papà piaceva vedere la mia felicità, (...) ma Gesù, volendomi mostrare che dove­vo liberarmi dai difetti dell’infanzia, mi tolse anche le gioie innocenti di essa; permise che Papà, stanco dalla Messa di mezzanotte, provasse un senso di noia vedendo le mie scarpe nel camino, e dicesse delle parole che mi ferirono il cuore: «Bene, per fortuna che è l’ultimo anno!…».
Io salivo in quel momento la scala per togliermi il cappello; Celina, conoscendo la mia sensibilità, e vedendo le lacrime nei miei occhi, ebbe voglia di piangere anche lei, perché mi amava molto, e capiva il mio dispiacere. (...) Ma Teresa non era più la stessa, Gesù le aveva cambiato il cuore! Reprimendo le lacrime, discesi rapidamente la scala, e comprimendo i battiti del cuore presi le scarpe, le posai dinanzi a Papà, e tirai fuori gioiosamente tutti gli oggetti, con l’aria beata di una regina.
134. In quella notte di luce cominciò il terzo periodo del­la mia vita, più bello degli altri, più colmo di grazie del Cielo. In un istante l’opera che non avevo potuto compiere in dieci anni, Gesù la fece contentandosi della mia buona volontà che non mi mancò mai. (...) Sentii che la carità mi entrava nel cuore, col bisogno di dimenticare me stessa per far piacere agli altri, e da allora fui felice!

Questa storia ci ricorda che non c'è niente di troppo grande, né di troppo piccolo, per il Signore. Ed anche le nostre vite sono piene di piccoli miracoli!

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