Spesso il mainstream ha questo piccolo vizio di volerci presentare soltanto sacerdoti con storie di vita problematiche e che spesso cadono in errore, contribuendo a creare una immagine distorta della Chiesa Cattolica, che oscura quei miracolosi esempi di eroicità quotidiana.

Stiamo parlando di Padre Matthieu Dauchez, un giovane sacerdote francese che dirige la fondazione Anak, un porto sicuro che ospita migliaia di bambini abbandonati dalle loro famiglie, soli e in preda a gang locali, droga, abusi sessuali e altri orrori.

Da Versailles alle strade di Manila

Un giorno, alcuni amici seminaristi, con l’intenzione di provocarlo, gli dissero che con le sue origini Versaillesi non sarebbe mai stato in grado di andare in missione. Matthieu decise allora di prendere sul serio la sfida lanciatagli. Partì assieme al gesuita Francois Thomas e crearono assieme la fondazione “Anak-Tnk”: dove “Anak” in filippino significa “figlio” e “TNK” sta per Tulay Ng Kabataan, che significa “Un ponte per bambini”.

Nel 1998 il giovane seminarista iniziò un soggiorno di due anni nelle Filippine, due anni che cambieranno radicalmente la sua vita. E scoprì ciò che Madre Teresa definì “una chiamata nella chiamata”: i bambini di Manila.

“Una miseria che ti prende a schiaffi”

La prima volta che mise piede a Manila ne rimase “estremamente sorpreso e destabilizzato” dalla grande povertà in cui vive tuttora il 70 % della popolazione. “Sono giunto in un paese in cui la miseria ti prende letteralmente a schiaffi”. Senza la presenza di Dio al suo fianco non sarebbe stato lì oggi.

Passò la prima notte assieme ad un gruppo di educatori volontari per andare a scavare le tante situazioni difficili delle periferie di Manila scoprendo bambini di soli 7/8 anni che si drogavano e che dormivano in mezzo alla spazzatura.

3 anni di discernimento

Dopo questo primo sconvolgente soggiorno a Manila, dovette tornare in Francia per concludere i suoi studi in seminario. E soprattutto discernere. Gli ci vollero tre anni prima di capire che quella sarebbe stata la sua missione in questa terra.

La fondazione

Per più di vent’anni questo sacerdote si è prestato anima e corpo a questa causa, grazie anche, dice lui, “alla forza soprannaturale di questi bambini, capaci di gioire e di perdonare, contro ogni aspettativa e logica”. Ogni anno la sua fondazione aiuta più di 1.500 bambini ad avere un futuro migliore. La priorità della fondazione è quella appunto di abbattere i grandi problemi di cui soffrono le Filippine dove 1 bambino su 10 non va a scuola, dove il 40% della popolazione urbana vive per strada, il 13% dei bambini soffre la fame e dove 1 bambino su 4 ha subito abusi sessuali durante l’infanzia.

Grosso del loro lavoro quindi viene rivolto alle famiglie e ai bambini che vivono nelle discariche andando incontro alle loro necessità alimentari, educative e sanitarie.

È proprio qui tra le strade e le bidonville di Manila che Padre Dauchez esercita la sua vocazione ministeriale e dove ripete il suo mantra: “Il fatto che un bambino non possa essere amato mi sembra il più grande scandalo che ci sia”. Anche se è proprio qui, tra la miseria più profonda, che ha imparato le più belle lezioni di vita e grazie a queste che noi possiamo raccontarvi questa incredibile storia.

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