È stato proposto due volte come premio Nobel per la pace. Circa dieci documentari sono stati girati intorno al suo lavoro e sono stati scritti sei libri. È amico di Gilbert Mitterand, figlio dell’ex presidente francese, e del principe di Monaco. Jacques Cousteau lo chiamava “soldato dell’umanità“. Il suo nome è Pedro Pablo Opeka, è un argentino, sacerdote missionario, ha 57 anni e ha dedicato la sua vita a un’opera, un complesso che tutti chiamano: “Le città di Padre Pedro”.

Padre Pedro è stato ordinato sacerdote nel 75, nella basilica di Luján. Anche prima di ricevere i voti, aveva trascorso due anni in Madagascar, nell’Oceano Indiano, dove rimase sorpreso dall’allegria del popolo malgascio e allo stesso tempo sorpreso dalla povertà in cui vivevano. Lì decise di tornare, definitivamente, il 6 gennaio 1976.

Grazie ai primi piccoli aiuti e donazioni ricevute da parte delle comunità religiose locali, Padre Pedro poté sviluppare una sua idea su come aiutare le persone ad aiutare se stesse. Vicino alla discarica c’era una cava di granito: chiunque fosse disposto a lavorare poteva produrre mattoni, ciottoli, lastre e ghiaia da vendere alle imprese edili, e sarebbe stato pagato, un piccolo salario con cui comprare il riso e nutrire le famiglie. E così, sotto la direzione di Padre Pedro, gli abitanti della discarica si unirono, iniziando a vedere, attraverso il loro lavoro, un piccolo barlume di speranza.

Il grande progetto si chiamava “Akamasoa” un complesso costruito sulle pendici delle colline e vicino alla discarica municipale. È composto da 4 villaggi costruiti dalla gente del posto: costruivano case, disegnavano strade e tendevano l’illuminazione elettrica. Oggi, “Le città di Padre Pedro” (così sono conosciute in Madagascar) hanno 16.000 abitanti permanenti, ma 280.000 persone vi sono passate. Ci sono quattro scuole elementari, quattro scuole secondarie e una scuola superiore. Hanno anche un centro sanitario, cimiteri, spazi verdi, uffici amministrativi, sale riunioni, centri sportivi e luoghi di culto.

Il missionario ha trovato 25.000 persone che vivevano in una discarica e, a poco a poco, ha creato posti di lavoro per tutti loro. Tutti ora possiedono le loro case di mattoni. Tutti hanno acqua pulita e assistenza sanitaria. Tutti i loro figli vanno a scuola. Le scuole di Pedro ora educano più di 13.000 bambini. Egli è riuscito a far diventare il suo sogno una vera realtà: salvare quelle persone dalla spazzatura regalando loro una vita normale.

Oggi questa realtà, resa possibile grazie all’aiuto di tutti, vuole essere un monito per far sì che Akamasoa non sia un progetto isolato, bensì un esempio da replicare in altre parti del mondo.

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