Scorrendo fra le diverse notizie, ci siamo imbattuti nella bellissima storia di un giovane santo della porta accanto: John Leary.

Brillante studente laureato ad Harvard John fu fonte d’ispirazione per molti giovani che solcavano le porte del prestigioso ateneo americano. John, nato in una famiglia di origini irlandesi, oltre allo studio, dedicò incessantemente gran parte del suo tempo ad una intensa attività di sensibilizzazione contro l’aborto e la guerra dentro e fuori l’università di Harvard e fuori. Una volta, manifestando pacificamente davanti a una fabbrica di armi, venne pestato da alcuni operai.

Ispirato da Dorothy Day e da Thomas Merton, cercò di coniugare nella sua vita i sacramenti, la preghiera, la disciplina e la tradizione con azioni che fossero solamente ispirate dal Vangelo. 

Contro aborto, violenza, guerra e pena capitale

Il suo attivismo per la pace, la vita e la non violenza lo portano a non dare peso al fatto di essere preso costantemente di mira dai sostenitori della guerra.

Entrato nel consiglio per l’ambiente della città, che occupava molto del suo tempo, e oltre allo studio, John si occupava di accogliere e dare da mangiare ai senzatetto della città. 

John era un membro vivo della Chiesa, uno studente brillante, una vita piena di Spirito che si spense molto presto. In una delle sue corse mattutine John sentì che il suo cuore si fermava. Una aritmia cardiaca non diagnosticata gli fu fatale. Morì a soli 24 anni.

Al suo funerale parteciparono centinaia di persone, dai senzatetto che accoglieva ad alcuni professori di Harvard. Il cappellano dell’Università lo definì uno studente magna cum laude ed un missionario cattolico da summa cum laude. 

La sua ultima preghiera

John era solito recarsi a Messa tutti i giorni, a confessarsi frequentemente e ad ispirare le sue giornate vi era molto tempo che dedicava alla preghiera, tra cui quella che pregava ogni mattina mentre andava a fare jogging e che probabilmente fu l’ultima preghiera che recita prima di morire: la preghiera di Gesù, una breve preghiera molto usata all’interno della Chiesa Ortodossa, dove si ripete questa invocazione: “Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, abbi pietà di me, peccatore!”

Da questo buon terreno di sacramenti e preghiera, la sua vita portò molti frutti nel vivere la sua fede. Riuscì ad evangelizzare con argomenti delicati, co-fondò e lavorò in un istituto dedicato alla ricerca della pace attraverso la pratica cristiana, vissuto e prestato servizio in una casa di lavoro cattolico.

“Si poteva vedere il Cielo nei suoi occhi”

Ma nonostante tutta la sua preghiera e la fatica, la sua gioia e speranza, la modestia e la saggezza erano evidenti nei suoi modi, nei suoi discorsi e nei suoi occhi: “Potresti guardare in quegli occhi e vedere fino in fondo, il Cielo: la sua bontà era potente e l’onestà diversa da chiunque io abbia mai incontrato.” Questo è stato descritto da suor Evelyn Ronan (una suora che lo conosceva molto bene e che lo seguiva nel suo campus di Harvard).

Il suo esempio di vita e la sua forte testimonianza lo resero il “piccolo santo di Harvard”.

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