La Hit “Jerusalema” è una preghiera? Il brano, in lingua venda, è di Master KG in collaborazione con Nomcebo, ed è diventato molto famoso quest’estate. La canzone parla di Gerusalemme, la città delle tre fedi e per qualcuno si tratta di una preghiera.

Il motivo del successo

L’utilizzo della lingua venda, che è una variazione del dialetto bantu del Sudafrica e dello Zimbabwe, è molto originale. Ed è molto interessante apprendere che questo canto, insieme alla sua danza, non è affatto banale e che si ispira alla Bibbia.

Il testo tradotto della canzone

Gerusalemme è la mia casa, guidami,
portami con te
non lasciarmi qui

Gerusalemme è la mia casa, guidami,
portami con te,
non lasciarmi qui

Il mio posto non è qui,
il mio Regno non è qui, guidami
portami con te

il mio posto non è qui
il mio Regno non è qui
guidami
portami con te

guidami (per 3 volte)
portami con te

Il riferimento a Gerusalemme

Il testo fa riferimento a Gerusalemme, la città in cui si rappresenta insieme il luogo del mistero pasquale e l’utopia del futuro. Chi canta si sente e si percepisce spaesato: “il mio posto non è qui”. Questa affermazione specificatamente può essere considerata come pura evasione, o come desiderio di qualcos’altro che non viene dato in questo presente e in questa situazione. Infine le parole “Il mio regno non è qui” vengono pronunciate anche da Gesù di Nazareth e la parola, al di là di ogni esegesi, dice un essere oltre, un essere altrimenti.

La Hit “Jerusalema” è una preghiera?

Qualcuno pensa che le parole “portami con te!” siano una preghiera, che pertanto allarga il desiderio, come scriveva papa Benedetto nella Spe salvi. Di conseguenza se questa deduzione è corretta, forse supera di gran lunga le nostre suppliche e devozioni convenzionali e raggiunge il cuore di un Dio, dal quale l’autore chiede di essere “guidato” (“guidami!”), ripetendo in maniera martellante la sua invocazione. 

Approfondimento:

Famiglia Cristiana (Fonte)

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