La grande domanda è: come fare la comunione ai tempi del Coronavirus in Italia. Vorremmo rassicurare le persone che sono state colpite dalla notizia shock dove la Conferenza Episcopale Italiana, d’accordo con il Governo, sospendeva tutte le messe pubbliche e i funerali fino al prossimo 3 aprile 2020.

Per chi si sente privato dalla possibilità di ricevere il Pane eucaristico, come può fare per ricevere la comunione al di fuori dalla messa?

Abbiamo trovato alcuni stralci del “Rito della Comunione fuori della Messa” che sono facilmente reperibili sul sito della CEI.

Ecco che cosa abbiamo trovato:

TEMPO PER LA SANTA COMUNIONE FUORI DELLA MESSA

La santa comunione fuori della Messa si può distribuire in qualsiasi giorno e in qualunque ora del giorno. È bene, però, tenuta presente l’utilità dei fedeli, fissare per la distribuzione della santa comunione un orario determinato, in modo che la sacra celebrazione si possa svolgere in forma piena, con maggior frutto spirituale dei fedeli. Tuttavia:

a) il giovedì santo la santa comunione si può distribuire solo durante la Messa; ai malati si può recare in qualunque ora del giorno;

b) il venerdì santo, la santa comunione si distribuisce unicamente durante la celebrazione della passione del Signore; ai malati che non possono partecipare a questa celebrazione, si può recare in qualunque ora del giorno;

c) il sabato santo, la santa comunione si può dare solo in forma di Viatico.

LUOGO PER LA DISTRIBUZIONE DELLA SANTA COMUNIONE

Il luogo normale per la distribuzione della santa comunione fuori della Messa è la chiesa o l’oratorio in cui si celebra o si conserva abitualmente l’Eucaristia, o una chiesa, un oratorio o un altro luogo in cui si raccoglie abitualmente la comunità locale per compiervi, alla domenica o in altri giorni, una celebrazione liturgica. Si può tuttavia distribuire la santa comunione anche in altri luoghi, ivi comprese le case private, in caso di malati, di prigionieri o di altri che non possono uscire senza pericolo o senza grande disagio.

DISPOSIZIONI PER RICEVERE LA SANTA COMUNIONE

L’Eucaristia, che incessantemente ripresenta tra gli uomini il mistero pasquale di Cristo, è fonte di ogni grazia e della remissione dei peccati. Coloro tuttavia che intendono ricevere il corpo del Signore, per aver parte ai frutti del sacramento pasquale, vi si devono accostare con purezza di coscienza e con buone disposizioni spirituali.

La confessione

Perciò la Chiesa prescrive che «nessuno, consapevole di essere in peccato mortale, per quanto si creda contrito, si accosti alla santa Eucaristia, senza premettere la confessione sacramentale». Qualora, per urgente necessità, il comunicando non abbia disponibilità di un confessore, premetta un atto di contrizione perfetta, con il proposito di confessare a suo tempo i singoli peccati mortali, che sul momento è impossibilitato a confessare.
Quanto a coloro che sono soliti comunicarsi ogni giorno o frequentemente, è bene che a congrue scadenze, secondo la condizione di ognuno, si accostino al sacramento della penitenza.

L’atto penitenziale

D’altra parte, i fedeli considerino l’Eucaristia anche come antidoto, per il quale son liberati dalle colpe quotidiane e preservati dai peccati mortali; e sappiano inoltre servirsi debitamente delle parti penitenziali della liturgia, specialmente della liturgia della Messa.

Il digiuno eucaristico

24. Per ricevere il Sacramento, i comunicandi devono essere digiuni da un’ora di cibi solidi e di bevande, fatta eccezione per l’acqua.
Il tempo del digiuno eucaristico o dell’astinenza dal cibo e dalle bevande alcooliche viene ridotto a un quarto d’ora circa:

1) per i malati degenti all’ospedale o al loro domicilio, anche se non costretti a letto;

2) per i fedeli avanzati in età, sia nella loro abitazione che in casa di riposo;

3) per i sacerdoti malati, anche se non costretti a degenza, o per quelli anziani, sia che celebrino la Messa o che ricevano la santa comunione;

4) per le persone addette alla cura dei malati o dei vecchi e per i congiunti degli assistiti, che desiderano fare con essi la santa comunione, quando non possono, senza disagio, osservare il digiuno di un’ ora.

Il ringraziamento

L’unione con Cristo, a cui il sacramento stesso è ordinato, si deve estendere e prolungare a tutta la vita cristiana, in modo che i fedeli, contemplando ininterrottamente nella fede il dono ricevuto, sotto la guida dello Spirito Santo, trascorrano la vita di ogni giorno in rendimento di grazie, e producano frutti più abbondanti di carità.
E perché permangano più facilmente in questo rendimento di grazie, che in modo eminente è innalzato a Dio nella Messa, si raccomanda a coloro che si sono accostati alla santa comunione, di sostare per qualche tempo in preghiera.

Condividi questo articolo