Al tempo delle Crociate, San Francesco soffrì molto l’egoismo e le abitudini dissolute dei soldati crociati. Volendo la salvezza per i musulmani, decise di far visita al nemico, sapendo del pericolo in cui sarebbe incappato.
Fu così che al terzo tentativo San Francesco andò a far visita al Sultano d’Egitto, Malik al Kamil.
Uno storico dialogo che avvenne a Damietta, a pochi kilometri da Il Cairo, nel 1219. La testimonianza scritta di Frate Illuminato, il frate che accompagnò San Francesco in questo viaggio, riporta quello che molto probabilmente fu il dialogo di San Francesco con il Sultano:
“Sultano, Sultano”
I soldati del Sultano lo condussero dinanzi a questi, e San Francesco senza timore, gli disse che egli era stato inviato non da uomini, ma da Dio Altissimo, per mostrare a lui e al suo popolo la via della salvezza e annunciare il Vangelo della verità.
Anche il Sultano, infatti, vedendo l’ammirevole fervore di spirito e la virtù dell’uomo di Dio, lo ascoltò volentieri e lo pregava vivamente di restare presso di lui. Ma il servo di Cristo, illuminato da un oracolo del cielo, gli disse: «Se, tu col tuo popolo, vuoi convertirti a Cristo, io resterò molto volentieri con voi. Se, invece, esiti ad abbandonare la legge di Maometto per la fede di Cristo, dà ordine di accendere un fuoco il più grande possibile: io, con i tuoi sacerdoti, entrerò nel fuoco e così, almeno, potrai conoscere quale fede, a ragion veduta, si deve ritenere più certa e più santa»
Al chè il Sultano gli rispose che non credeva che nessuno dei suoi sacerdoti si sarebbe esposto al fuoco o a una tortura per difendere la propria fede.
San Francesco allora gli propose che si sarebbe gettato egli da solo, pur di poter convertirlo. Il Sultano, temendo un’insurrezione popolare rifiutò la proposta e concluse:
“Se tutti i cristiani fossero come Francesco, allora varrebbe la pena essere cristiani”.
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