Solo i bambini più bravi, ovvero quelli che frequenteranno due terzi delle attività parrocchiali potrà accedere ai sacramenti. E’ la simpatica e sportiva idea di Don Angelo Fontana, parroco della Parrocchia Lurrate Caccivio.
L’idea del sacerdote è quella di osteggiare la dispersione che avviene durante i corsi di catechismo, presi forse troppo spesso alla leggere dai genitori che vogliono far fare la comunione ai bambini.
In sintesi, la simpatica trovata è stata quella di creare una tessera fedeltà che ogni bambino deve portare e che viene puntualmente timbrata a fine messa come riconoscimento, per poter così accedere ai corsi di catechismo che consentiranno ai bambini di fare la prima comunione.
Il povero parroco è stato attaccato a destra e a manca dai furenti genitori dei bambini e la polemica è scoppiata anche sui social. Ecco come si è difeso don Angelo:
«Questa tessera vuole aiutare i ragazzi ad avvicinarsi alla parrocchia attraverso il gioco – spiega il parroco –. Ma vale anche per i genitori, è un monito per stare vicino ai figli in un percorso così importante. Ci siamo resi conto che negli ultimi anni questa “alleanza educativa” è venuta meno e la Diocesi di Milano ha voluto puntare esattamente sul catecumenato e il coinvolgimento delle famiglie con l’educazione cristiana dei figli. Se qualcuno la vede solo come una cosa fiscale allora non andiamo più da nessuna parte. Si potrebbe imbrogliare tranquillamente, ma non è questo il punto. Chi pratica sport nelle squadre giovanili può comprendere il paragone: se uno non fa gli allenamenti, poi di solito non può giocare la partita».
Don Angelo dice di aver ricevuto non solo critiche ma anche molti messaggi di appoggio: “Quello che conta comunque- prosegue- è il valore educativo che è quello dell’essere cristiani che scelgono Gesù. Ogni volta che una famiglia iscrive il figlio al catechismo ognuno dica a sé stesso che l’iscrizione non è una convenzione o un’abitudine, solo una festa per la comunione o la cresima, ma un mettersi nella sequela di Gesù. Tanto più che oggi più che mai – continua il parroco- la fede è una scelta. La questione – precisa- non è andare a messa ma seguire Gesù nella vita, è questione di coerenza. Il genitore deve chiedersi: a mio figlio cosa chiederò che impari, dottrine e informazioni o che incontri Gesù e lo segua?”.
“E comunque” -assicura il sacerdote-“si valuta caso per caso: “Sono prete da 25 anni -dice- e non ho mai respinto nessuno dai sacramenti. E’ solo un criterio di buon senso.”