Non c’è mai stata una regola che imponesse di comunicarsi senza toccare l’ostia consacrata con i denti. È stata una forma di scrupolo nata per l’eccesso di zelo di qualche nonna devota o di qualche catechista.

In realtà Gesù ha distribuito per la prima volta la comunione durante una normale cena, nella quale si stava sdraiati per terra o su dei cuscini e il pane era quello normale che si usava a quei tempi in Palestina.

Quando i cristiani divennero molto numerosi, per comodità si cominciò a usare la forma dell’ostia, bianca, così sottile da poterla mandar giù anche senza masticare. Nell’intenzione di accentuare la sacralità del gesto, venne fuori la strana idea di cui stiamo parlando.

È vero, però, che a partire dal Medioevo si sono sviluppate molte norme liturgiche tese a circondare il pane consacrato di gesti di onore e di adorazione ed esprimere così la fede nella reale presenza del corpo di Cristo: le ostie consacrate vengono conservate in recipienti dorati, in un tabernacolo di pregevole fattura che solo il sacerdote può aprire, i frammenti stessi vengono raccolti con cura…

Ma ciò che veramente conta è la purezza dell’anima e la rettitudine della coscienza con cui ci si accosta alla Comunione.

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