Nel cuore di Roma, a pochi passi da Piazza di Spagna, sorge il Palazzo di Propaganda Fide, opera del Borromini, ovvero della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli. Trattasi di uno dei Dicasteri Vaticani che ha la competenza per tutto quello che riguarda l’attività missionaria: in altre parole dirige e coordina l’opera di evangelizzazione dei popoli. 

Tutti sappiamo per sentito dire che il superiore generale dei Gesuiti viene generalmente soprannominato il “Papa Nero” (la testimonianza scritta più antica a oggi conosciuta dell’utilizzo del termine in riferimento al Generale della Compagnia è in Le jésuite (1865) di Jean Hippolyte Michon, dove il P. Roothaan, di ritorno a Roma nel 1850 è acclamato dalla folla con l’esclamazione: “Viva il papa nero!”). Il cardinale prefetto a capo di Propaganda Fide invece venne chiamato il “Papa Rosso”.

Questo perché per i suoi ampi poteri (per i territori di missione le sono attribuite anche molte funzioni normalmente esercitate da altri dicasteri) e per l’ingente patrimonio gestito dalla Congregazione (stimato in circa 9 miliardi di euro), la ex-Propaganda Fide veniva considerata allora una macchina da guerra, uno dei più potenti dicasteri della Curia Romana. 

Propaganda Fide nacque alla fine del Cinquecento per governare le missioni nelle Indie orientali e occidentali. Attualmente ricadono sotto la sua giurisdizione circa 1.100 sedi vescovili nei cinque continenti: un quarto delle diocesi di tutto il mondo.

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