Si chiama “Unplanned” ed è il nuovo film pro-vita che sta riscuotendo un gran successo nei botteghini americani. Soltanto nel suo primo weekend il film che racconta la storia di una nota attivista pro-life americana ha raccolto ben 6.1 milioni di dollari. Ma non tutto è filato liscio sin dall’inizio. Infatti, è sorta una grossa polemica prima della sua data di uscita quando Twitter ha deciso di azzerare il numero di follower che aveva il film e dopo anche il mainstream aveva deciso di silenziare l’accaduto.

La storia di Abby Johnson

Il film racconta la storia di Abby Johnson, direttore della clinica di aborti multimiliardaria americana Planned Parenthood in Texas (Stati Uniti), prima di diventare il volto più noto dell’attivismo pro-life americano nel 2009.  Un giorno causa di una carenza di personale, le venne chiesto per la prima volta di aiutare un medico che doveva praticare un aborto guidato dagli ultrasuoni, su una madre alla tredicesima settimana di gravidanza. Abby, che nel frattempo aveva personalmente abortito due volte e dato alla luce una bambina, rimase sconvolta nel constatare quanto quel bambino di 13 settimane appariva simile all’immagine di sua figlia all’epoca della propria gravidanza. Inoltre alla Planned Parenthood le avevano sempre detto, e lei stessa aveva poi riferito alle altre donne, che il «tessuto fetale» non sente nessun dolore mentre viene abortito.

La realtà le apparve invece in quei minuti del tutto diversa. Mentre veniva inserita la cannula per aspirare il corpicino nel grembo materno, Abby poteva osservare sullo schermo il bimbo contorcersi freneticamente per evitare di essere risucchiato. «Il bambino sembrava come se fosse stato strizzato come uno strofinaccio, roteato e spremuto. E poi si accartocciò e cominciò a sparire dentro la cannula, davanti ai miei occhi», ha scritto nelle sue memorie. «L’ultima cosa che ho visto è stata la spina dorsale perfettamente formata, risucchiata nel tubo, e poi non c’era più».

L’aborto insomma è tornato ad essere una questione culturale che non soltanto pare essere resuscitata negli States ma anche dall’ altra parte dell’Oceano, ovvero in Italia, con la polemica legge 194.

Ma torniamo a noi. Il film promette molti più incassi. Infatti secondo il CEO di Pure Fliz, Michael Scott, il film verrà proiettato su oltre 1.700 sale in tutti gli Stati Uniti e ha ringraziato tutti gli americani per il loro sostegno al botteghino.

Il film è riuscito a passare la dura prova della censura dei media. Va ricordato che diversi canali televisivi via cavo si sono letteralmente rifiutati di fare pubblicità promozionale del film “Unplanned”.

“Questo film può essere la scintilla che attragga più cuori e menti alla comprensione del vero valore della vita umana” ha dichiarato sempre Michael Scott e ci aspettiamo che questo accada anche in Italia, ma ancora non sono state ufficializzate le date di uscita nel nostro paese.

Ecco il trailer del film che ha già totalizzato 1.8 milioni di visualizzazioni su You Tube:

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