Papa Francesco ha incentrato la catechesi dell’Udienza Generale – in Aula Paolo VI e in Basilica – sulla Preghiera eucaristica, “che qualifica la celebrazione della Messa e ne costituisce il momento centrale, ordinato alla santa Comunione”.

“In questa solenne Preghiera – commenta il Papa – la Chiesa esprime ciò che essa compie quando celebra l’Eucaristia e il motivo per cui la celebra, ossia fare comunione con Cristo realmente presente nel pane e nel vino consacrati”.

“Celebrando il memoriale della morte e risurrezione del Signore, nell’attesa del suo ritorno glorioso – osserva ancora Francesco nella catechesi – la Chiesa offre al Padre il sacrificio che riconcilia cielo e terra: offre il sacrificio pasquale di Cristo offrendosi con Lui e chiedendo, in virtù dello Spirito Santo, di diventare in Cristo un solo corpo e un solo spirito. E’ questa la grazia e il frutto della Comunione sacramentale: ci nutriamo del Corpo di Cristo per diventare, noi che ne mangiamo, il suo Corpo vivente oggi nel mondo”.

Il Papa tiene a precisare: “La Preghiera eucaristica chiede a Dio di raccogliere tutti i suoi figli nella perfezione dell’amore, in unione con il Papa e il Vescovo, menzionati per nome, segno che celebriamo in comunione con la Chiesa universale e con la Chiesa particolare. La supplica, come l’offerta, è presentata a Dio per tutti i membri della Chiesa, vivi e defunti, in attesa della beata speranza di condividere l’eredità eterna del cielo, con la Vergine Maria e i Santi. Nessuno e niente è dimenticato nella Preghiera eucaristica, ma ogni cosa è ricondotta a Dio, come ricorda la dossologia che la conclude”.

Francesco aggiunge poi a braccio: “Se io ho qualche persona che ha bisogno, parenti e amici, posso nominarli in quel momento, interiormente in silenzio”. “E quanto devo pagare perchè il mio nome sia scritto lì? La Messa non si paga, la redenzione è gratuita. Se vuoi fare un’offerta va bene, ma la Messa non si paga”.

Conclude infine Francesco: “Questa formula codificata di preghiera, forse possiamo sentirla un po’ lontana, ma, se ne comprendiamo bene il significato, allora sicuramente parteciperemo meglio. Essa infatti esprime tutto ciò che compiamo nella celebrazione eucaristica; e inoltre ci insegna a coltivare tre atteggiamenti che non dovrebbero mai mancare nei discepoli di Gesù: primo, imparare a rendere grazie, sempre e in ogni luogo, e non solo in certe occasioni, quando tutto va bene; secondo, fare della nostra vita un dono d’amore, libero e gratuito; terzo, costruire la concreta comunione, nella Chiesa e con tutti. Dunque, questa Preghiera centrale della Messa ci educa, a poco a poco, a fare di tutta la nostra vita una eucaristia”.

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