Che c’entrano il famoso papero miliardario dei fumetti di Topolino e un frate domenicano del XIII secolo? Sembra uno scherzo ma non lo è.
Se ci si reca in visita al Palazzo episcopale di Spoleto si possono osservare ritratti di presuli appartenenti alla diocesi fino ai giorni nostri, finché non ci si imbatte in Paperonus de Paperonis appartenente alla facoltosa casata ancora oggi esistente dei Paperoni.
Di lui si sa che fu Domenicano, nominato predicatore generale dei Domenicani nel 1251 e che riuscì a fondare un monastero dell’Ordine nella sua diocesi.
Ma la domanda che tutti si stanno facendo è la seguente: il famoso disegnatore americano Carl Banks si ispirò nella figura di questo vescovo per poi creare il famosissimo personaggio Disney Paperon de Paperoni? La risposta è no. A quanto pare Carl Banks si sia in realtà ispirato al protagonista del Canto di Natale di Charles Dickens, il ricco e avido Ebenezer Scrooge, e quindi non a un vescovo italiano del tredicesimo secolo.
La teoria dell’Osservatore Romano
Forse per comprendere il mistero bisognerà rifarsi agli anni del dopoguerra in cui in Italia la Mondadori acquistava i diritti Disney nel celebre giornalino a fumetti Topolino, diretto da Mario Gentilini e costruita sulle traduzioni e sulle sceneggiature delle storie americane operate da Guido Martina, si spiega nell’articolo. Pare infatti che la prima ipotesi del nome da assegnare al ricco Papero fu Avaro Papero, subito però scartata per la cacofonia che ne sarebbe uscita. E lì forse, come scrive Dario Fertilio sempre nella stessa edizione dell’Osservatore Romano, accadde che allo sceneggiatore sia saltato in mente il ricordo di questo buffo nome, segnato tra i volti dei vescovi immortalati sulle pareti del palazzo episcopale di Foligno.