Cosa c’entra San Domenico con il vestire in bianco del Papa, vi chiederete? Molto! Infatti, correva l’anno 1566 e il 224° successore di Pietro fu Antonio Ghisleri, un frate domenicano, che decise di chiamarsi Pio V.

Ma riavvolgiamo il nastro di alcuni secoli alla fondazione dell’Ordine dei Frati Predicatori ergo Domenicani. Fu San Domenico di Guzmán che volle che i canonici della Cattedrale di Osma, in Castiglia, indossassero una tonaca bianca con cappuccio nero. 

A un certo punto della Storia, fu eletto Papa un frate domenicano. Appunto San Pio V. E qui entriamo nel novero della tradizione. La tradizione vuole che tale Papa scelse di voler mantenere l’abito bianco voluto da San Domenico e di tramandare tale costume ai pontefici avvenire.

In realtà San Pio V volle mantenere la tradizione del fondatore del  suo ordine e di scegliere il colore bianco in quanto colore che rappresenta l’umiltà. 

Filippo Bonanni, nella sua opera Della Sacra Gerarchia spiegata nei suoi abiti civili ed ecclesiastici (Roma, 1720), riferirà di una tradizione, abbastanza diffusa ancora nel 1700, che attribuirebbe all’apparizione di una bianca colomba al momento del martirio di san Fabiano la ragione dell’adozione dell’abito bianco del Pontefice. 

L’uso dell’abito bianco, indipendentemente dalle tradizioni e dalle leggende, è molto antico e proprio Bonanni racconta di Papa Vittore III, che quando fu eletto nel 1086, fece resistenza a indossare la veste bianca prima della clamide purpurea.

Guglielmo Durando darà nel suo trattato di liturgia “Rationale divinorum officiorum”, scritto verso il 1286, quella che è ritenuta l’interpretazione più completa del colore delle vesti papali: il bianco della veste rimanda alla purezza e alla santità di vita, mentre il rosso del manto simboleggia il sangue versato da Cristo per noi e il suo sacrificio

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