Uno dei più gravi errori che si possa pensare sulle reliquie è che esse abbiano in sé un potere speciale. Come fossimo difronte ad un artefatto magico.

Le reliquie si venerano perché si crede abbiano non potere che derivi dalla loro materialità ma nelle disposizioni interiori e nella efficacia che Dio da effettivamente a quelle reliquie.

Sbagliano anche coloro che pensano che Dio, in cambio della venerazione di una reliquia possa restituirci un favore. Dio non è al servizio di nessuno.

San Girolamo, ad esempio, all’inizio del secolo V, nell’Epistola 109, ricorda che l’onore tributato ai resti dei martiri ha per fine l’adorazione dovuta a Dio.

Pontefici e concili (ecumenici e provinciali) hanno insegnato, custodito e difeso lungo i secoli la dottrina della Chiesa sulle reliquie. Nel secolo VIII la minaccia alle reliquie rappresentata dall’iconoclastia è condannata nel Concilio di Nicea II (787).

Nel secolo XVI, mentre le dottrine protestanti di Lutero e Calvino negano valore alle reliquie, la Chiesa riunita nel Concilio di Trento, con i suoi prelati e teologi ne approfondisce il significato ed il valore: se ne presenta la dottrina e si sottolineano le norme per l’istruzione dei fedeli, stabilendo che nell’invocazione dei santi, nella venerazione delle reliquie e nell’uso sacro delle immagini deve essere bandita ogni superstizione, eliminata ogni turpe ricerca di denaro e infine evitata ogni indecenza.

In sintesi, il credente, nella venerazione di una reliquia chiede essenzialmente a Dio ciò che in quel momento Dio ritiene sia più conveniente.

Quanti tipi di reliquie ci sono?

Le reliquie si classificano in due tipi: “l’espressione ‘reliquie dei Santi’ indica anzitutto i corpi – o parti notevoli di essi – di quanti, vivendo ormai nella patria celeste, furono su questa terra, per la santità eroica della vita, membra insigni del Corpo mistico di Cristo e tempio vivo dello Spirito Santo (cf. 1 Cor 3, 16; 6, 19; 2 Cor 6, 16). Poi, oggetti che appartennero ai Santi, come suppellettili, vesti, e manoscritti, e oggetti che sono stati messi a contatto con i loro corpi o i loro sepolcri, quali olï, panni di lino (brandea), ed anche con immagini venerate” (Direttorio, n. 236).

All’interno di questo secondo gruppo di reliquie possiamo includere perfettamente i panni impregnati di oli trasudati dai corpi di alcuni santi.

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