Poche istituzioni diverse dalla Chiesa Cattolica contano con delle storie che sorprenderebbero perfino Indiana Jones. Una di queste è sicuramente quella riguardante il poco conosciuto il “Sinodo del Cadavere”.

Il Sinodo Cadaverico, meglio noto in latino con il nome Synodus Horrenda, fu un processo ecclesiastico postumo contro Papa Formoso (891-896). Nei primi mesi del 987, Papa Stefano VI ordinò che il cadavere del suo predecessore, appunto Papa Formoso, fosse riesumato dalla sua tomba e sottoposto a un macabro interrogatorio per infine essere giudicato colpevole. 

Papa Formoso, secondo l’accusa, essendo stato già vescovo di un’altra diocesi non sarebbe potuto salire sul Soglio di Pietro. Venne riesumato e rivestito da Papa e fatto sedere in un trono nella Basilica di San Giovanni in Laterano per essere giudicato. 

Dopo essere stato giudicato colpevole il suo corpo venne strappato dalle vestimenta papali e gli vennero tagliate le tre dita con cui il Pontefice soleva benedire, volendo rendere invalido il suo papato e rendere il suo pontificato nullo. 

Il suo corpo venne oltretutto bruciato seppellito, fatto riesumare per poi venirgli applicati dei pesi addosso e venire gettato nel fiume. Il suo corpo venne ritrovato sulle sponde del fiume Tevere da un gruppo di suore. 

Perché tutte queste brutalità?

Per comprendere le brutali azioni di Papa Stefano VI dobbiamo tornare indietro nel tempo per rivedere i rapporti tra Formoso e il precedente Papa Giovanni VIII. Formoso divenne vescovo di Porto nell’864 e svolse attività missionaria in Bulgaria. Ebbe così tanto successo che i bulgari pregarono perché diventasse il loro vescovo. Tuttavia, il Secondo Concilio di Nicea proibì ai vescovi di lasciare le proprie diocesi per occuparne altre. Formoso fuggì da Roma e Papa Giovanni VIII lo accusò formalmente di aver abbandonato la sua sede episcopale a Porto per aspirare al papato. Formoso venne addirittura scomunica assieme ad altri suoi seguaci. Dopo la morte di Papa Giovanni VIII, Formoso riprese il suo posto di vescovo di Porto; tuttavia, i suoi crimini non furono dimenticati da papa Stefano VI che voleva consegnarlo alla giustizia.

Dopo il Sinodo del cadavere, l’opinione pubblica si rivoltò contro papa Stefano VI. Fu deposto e imprigionato, e mentre scontava la pena detentiva fu strangolato nell’agosto del 987. Dopo la sua morte, papa Teodoro II e Giovanni IX convocarono i loro sinodi per annullare il “Sinodo del Cadavere e ripristinare il nome di Formoso. Tuttavia, papa Sergio III, che servì da giudice nel Sinodo del cadavere, ribaltò le loro sentenze per riaffermare la convinzione di Formoso e fece scrivere un epitaffio sulla tomba di papa Stefano VI per ripristinare il suo nome.

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