Cecilia fu una giovane convertita al cristianesimo che è divenuta patrona della musica. Come mai questa santa è riuscita ad ispirare tanti ambiti della musica e non solo quella sacra?
Nata nel II secolo dopo Cristo, Cecilia apparteneva ad una nobile famiglia romana. Grazie ad un’autore ignoto del VI secolo dopo Cristo che scrisse la “Passio di Santa Cecilia” si è riusciti a ricostruirne la vita e soprattutto il martirio.
Le sue prime difficoltà sorsero nella nobile famiglia romana da cui proveniva. Al tempo dei romani era solito che le famiglie patrizie organizzassero il matrimonio dei loro figli. Cecilia, già convertita, era stata data in sposa ad un nobile romano di religione pagana. Uno dei motivi che la spinsero inizialmente a rifiutare tale matrimonio è che doveva essere compiuto in rito pagano, ed in realtà Cecilia aveva, tempo prima, fatto voto di verginità a Cristo.
Angelo Custode
La notte delle nozze Santa Cecilia rivela al suo sposo di questo voto fatto al Signore Gesù e di come un Angelo vegliasse sul suo corpo e suo spirito. Grazie alla sua bontà d’animo Cecilia riuscì a convincere suo marito di questo fatto. Ma non solo! Secondo il racconto riuscì anche a farlo battezzare nella Chiesa la mattina dopo dall’allora Vescovo di Roma, Papa Urbano.
Tornato a casa dopo il rito del Battesimo anche Valeriano riuscì a vedere l’Angelo che custodiva il corpo e lo spirito della sua amata sposa.
L’Angelo reca in mano due corone: una di rose e una di gigli. Ne pone una sul capo di Cecilia e una su quella di Valeriano ed esorta i giovani ad amarsi candidamente mantenendo puro il proprio cuore e santo il proprio corpo. Inoltre, l’Angelo rivela a Valeriano, che per volere di Dio, avrebbe esaudito un suo desiderio: questi domanda a lui di intercedere affinché il Signore illumini suo fratello Tiburzio e porti anche lui sulla strada della fede cristiana.
A quest’ultimo Valeriano chiede di favorire la conversione di suo fratello Tiburzio. E divenuti entrambi cristiani, si dedicano a seppellire i martiri cristiani, cosa proibita allora dal giudice romano Almacchio. E per questo ben presto, come successe a tanti altri, vengono denunciati e infine condannati. Sono destinati ad essere condotti al Quarto Miglio della Via Appia, per essere decapitati.
Santa Cecilia li seppellisce ma rimane vittima dell’avidità di Almacchio, che puntava a rubare tutti gli averi della famiglia, perché se dichiarata cristiana poteva spogliarla di tutti i loro possedimenti e ricchezze. Cecilia però non si piega. Gli viene intimato dei bruciare dei grani agli dei pagani, ma lei ovviamente rifiuta, dichiarandosi cristiana. E’ la sua sentenza di morte. Santa Cecilia confessa al giudice che gli dei pagani sono fragili. e viene stabilito il martirio al Balneum, al Bagno, dove oggi si trova la Basilica di Santa Cecilia in Trastevere. La santa tuttavia viene protetta in modo miracoloso.
Si scelse di decapitarla: tuttavia la decapitazione non venne compiuta bene e lasciò Cecilia viva per altri tre giorni dopo i quali morì per le gravi ferite riportate. Ovviamente assume i simboli della martire cristiana. Il suo fragile corpo riuscì a resistere ai colpi di ascia che le vengono inferti. Le rimarranno tre giorni di vita e in questi tre giorni distribuisce ai poveri le sue ricchezze e chiede direttamente al Papa che la sua casa diventa una Domus Ecclesiae, un posto dove i cristiani possano pregare Dio.
Dove sorge oggi la Basilica di Santa Cecilia è stata rinvenuta una villa romana del II secolo a.C. e quindi non può essere un riferimento alla nostra storia. Ma sotto Traiano fu trasformata in un insulta sotto diversi strati di costruzione e fu rinvenuto un Balneum. Da quel momento si è pensato che potessero essere i resti del martirio di Santa Cecilia. Sul luogo, nel 1559, fu rinvenuto il corpo di Santa Cecilia che era stato trasportato lì, assieme a quello di numerosi altri martiri, da Pasquale I. Sotto il periodo di Clemento VII fu nuovamente rinvenuto il corpo e venne fatta costruire dal Maderno nel 1600 la statua che un vero e proprio capolavoro.
Cecilia è stata proclamata patrona dei musicisti:
L’accostamento di Santa Cecilia con la musica viene dal fatto che lei, durante il matrimonio con Valeriano, sente improvvisamente un coro celeste che risuona in tutto il tempio e nel suo cuore. Chi ha rappresentato meglio di tutti l’iconografia di Santa Cecilia è stato senza dubbio Raffaello Sanzio. Nel suo famoso quadro Raffaello presenta Santa Cecilia con l’organo in mano, quattro pifferi alle sua base più una viola a gamba. Il volto di Cecilia è completamente assorto dal coro celeste che si trova sopra di lei, come se non si trovasse a terra.