Per ben due secoli l’ordine dei Gesuiti s’era indubbiamente acquistato i più grandi meriti per la causa cattolica, in tutti i settori della sua attività: cura d’anime, missioni fra i pagani e studi teologici.

Nel 1749 l’ordine contava con 669 collegi e una grande quantità di case minori organizzate in 33 provincie; il suo numero ammontava a 22.660 membri, di cui la metà sacerdoti.

Per importanza e influenza superava tutti gli altri ordini religiosi. In alcuni dei suoi membri però era maturato un certo orgoglio che a volte arrivò a compromettere la loro ubbidienza verso la Santa Sede.

Questo carattere gli provocò non pochi osteggiato che lo ritenevano come il più forte baluardo, l’avanguardia più avanzata della Chiesa Cattolica.

La posizione preminente dei Gesuiti nell’insegnamento superiore e il loro metodo didattico rigidamente conservatore trovavano crescente opposizione. L’avversione all’Ordine penetrò gradualmente negli ambienti illuminati delle corti e dei governi dei paesi latini che li portò nella seconda metà del Settecento ad una vera e propria campagna distruttrice che gli procurò una fine repentina e immeritata.

Prima fu il Portogallo che, attraversò il suo primo ministro, convinto libero pensatore, li additò di ogni sciagura ricaduta sul Portogallo agli ultimi tempi.

In seguito ad una rettifica dei confini fra la Spagna e il Portogallo avvenne la cosiddetta guerra delle riduzioni dove gli Indiani cristiani impugnarono le armi per difendersi. Il primo ministro attribuì tale gesto ai Gesuiti. Nel 1759 l’Ordine fu brutalmente represso in tutto il Portogallo e i loro beni sequestrati

In Francia, il loro principale nemico fu il Giansenismo. Tutti, dai massoni, ai ministri fino alla Marchesa di Pompadour, favorita di Luigi XV ne chiedevano la soppressione. Un piccolo pretesto fece sì che una serie di attacchi velenosi si scatenassero contro l’Ordine, che non riuscì nemmeno ad essere salvato dalla maggioranza dei vescovi francesi. Il re stesso cercò di salvare la provincia francese dei Gesuiti, ma la sua proposta di dotarla di una certa autonomia con la nomina di un vicario generale fu rigettata dallo stesso Lorenzo Ricci, Generale dell’Ordine e da Papa Clemente XIII.

Nel 1762 il Parlamento decretò lo scioglimento della Compagna di Gesù in Francia. Anche qui, i beni dell’ordine furono sequestrati dallo stato anche se ai Gesuiti fu consentito di continuare a curarsi delle anime.

Neppure l’intervento di Clemente XIII riuscì a calmare le anime, approvando la bolla “Apostoliche Pascendi manus” del 1765, rilevandone i meriti e respingendo le accuse.

In Spagna ci pensò Carlo III, dietro sollecitazione del ministro massone Aranda (tale decisione comprese anche le Filippine, allora colonia spagnola), nello stesso anno (1767) toccò al Regno di Napoli e Sicilia (Malta, in quel tempo, era vassallo del Regno di Sicilia,  e anche da qui dovettero fuggire).

Migliaia di Gesuiti furono deportati nello Stato Pontificio. 

Quando Clemente XIII emanò un monitorio contro il duca Ferdinando di Parma, suo vassallo, per infrazione dei diritti ecclesiastici, anche questi bandì i Gesuiti e le potenze borboniche procedettero di comune accordo contro il Papa. Occuparono lo Stato Pontificio e minacciarono il Papa reclamando la soppressione immediata dell’Ordine.

Di lì a poco morì Clemente XIII, e al soglio fu eletto Clemente XIV. Dopo l’elezione tentò naturalmente di evitare o di rimandare il più possibile una decisione così preoccupante, ma davanti al pericolo di uno scisma, finì per cedere all’incessante pressione dei governi borbonici e con il breve Dominus ac Redemptor del 1773 ordinò in forza della sua autorità apostolica, la soppressione dell’Ordine dei Gesuiti.

I membri della Compagnia di Gesù ricevettero il permesso di entrare in un altro ordine, oppure di restare nelle loro case senza esercitare funzioni sacre e sottomettendosi alle autorità ecclesiastiche locali, oppure mettendosi a disposizione dei vescovi.

Il Generale dell’Ordine rimase fino alla sua morte (1775) chiuso in Castel S. Angelo.

Solo nella Polonia Russia (Russia Bianca) e in Slesia, soggetta alla Prussia, l’Ordine continuò ad esistere.

La Compagnia di Gesù fu finalmente ricostituita nel 1814 sotto il pontificato di Pio VII, dovendo ripartire da zero. 

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