Le nuove tecnologie portano sempre con sé domande e riflessioni etiche che si inseriscono indubbiamente anche nel panorama teologico e dottrinale della Chiesa. L’era dell’Intelligenza Artificiale già pervade molti servizi, app e device di uso quotidiano. E se fosse la volta della Chiesa?

Lo sanno bene i buddhisti, che da qualche tempo si rivolgono a Mindar, un sacerdote-robot di uno dei tanti templi della città di Kyoto; 1 milione di dollari di silicone che tiene prediche (sempre le stesse) e che si muove in lungo e in largo per il tempio buddhista a interagire con i visitatori/fedeli.

Lo sanno bene i protestanti tedeschi che, per il 500° anniversario della Riforma protestante,  hanno creato un robot chiamato BlessU-2 il robot che elargisce benedizioni preprogrammate.

E la Chiesa Cattolica? L’unico interessante progetto è stato quello creato dall’italiano Gabriele Trovato. Parliamo di SanTo, un robot alto 17 pollici che ricorda i santi cattolici. Se gli dici che sei preoccupato, ti risponderà alla San Matteo: “Non affannatevi dunque per il domani, perché il domani avrà già le sue inquietudini. A ciascun giorno basta la sua pena”.

Insomma, di esperienze mistico-tecnologiche ce ne sono, per tutte le salse. Ma cosa ne pensa la Chiesa?

Cosa dicono i teologi?

Numerosi teologi cattolici sostengono che un sacerdote robot sarebbe, dal punto di vista sacramentale, impossibile nella Chiesa Cattolica per un semplice motivo: non è un essere umano.

I robot non possono essere sacerdoti perché non hanno intelletto o la volontà per cooperare con la grazia di Dio. Non hanno vita interiore, non hanno un rapporto umano con Dio, essenziale per ogni cristiano per la propria vocazione.  Inoltre, non si può separare l’importanza di un rito con il coinvolgimento corporeo di tutti i sensi (pensate alla Messa, ad esempio).

Insomma, il sacerdozio vive nella figura di Cristo, vero uomo e vero Dio, è in Cristo, per questo solo un sacerdote umano può accedervi.

Un robot è l’incontro di un algoritmo con il mondo naturale e un essere umano è l’incontro del divino con il mondo naturale.

Nel complesso, l’emergere della religione dell’IA ci renderà migliori o peggiori? Fino a che punto la tecnologia sarà determinante per la nostra spiritualità? 

Cosa ne pensate?

 

Condividi questo articolo