La risposta è no: il sacerdote è vincolato al segreto confessionale, non potendo assolutamente confidare a nessuno ciò che ha appreso mediante confessione. Questo perché, secondo la religione cattolica, ciò che il penitente confessa non è rivolto al prete, bensì direttamente a Dio.

Il segreto confessionale è rispettato anche dalla legge italiana: il codice di procedura penale dice che, tra gli altri, non possono essere obbligati a deporre come testimoni su quanto hanno conosciuto per ragione del proprio ministero, ufficio o professione, i ministri di confessioni religiose, i cui statuti non contrastino con l’ordinamento giuridico italiano. Nemmeno se essi siano gravissimi, come l’omicidio, la pedofilia, la violenza sessuale, ecc. Addirittura, un sacerdote non può violare il segreto della confessione nemmeno per salvare la vita a una persona condannata ingiustamente: se, ad esempio, un prete venisse a conoscenza da parte di un fedele che è l’autore di un reato e che, per lo stesso fatto, è stato condannato ingiustamente un altro, neanche in questo caso potrebbe violare il segreto confessionale.

Un prete non può denunciare un reato a lui confessato, né può essere chiamato a testimoniare sui crimini commessi dal penitente. Questo non significa, però, che egli non debba collaborare con la giustizia quando la persona che si è confessata sia la vittima di un reato.

Gli effetti spirituali della confessione

Quando un prete può denunciare un reato a lui confidato?

ciò può accadere se l’ammissione di colpevolezza viene fatta al di fuori del sacramento della confessione.

In altre parole, se confidi ad un prete di aver commesso un delitto e non ti trovi in confessione, egli potrà denunciarti, sempreché si tratti di reato procedibile d’ufficio: in questo caso, infatti, il sacerdote è equiparato ad un normalissimo cittadino e valgono per lui le stesse norme che si applicano a tutti. 

Quali sono le conseguenze a livello di Diritto Canonico per il confessore che viola il segreto della confessione?

La scomunica. La peggiore delle pene che può essere inflitta dalla Chiesa.

Quali sono i luoghi dove il segreto della confessione è sotto attacco?

Il Senato della California ha approvato lo scorso 24 maggio la legge 360, una legge che chiede ai sacerdoti di riportare ogni sospetto o conoscenza di abusi su minori ottenute anche durante il sacramento della confessione di un altro sacerdote o collega.

Una legge che ha provocato “profonda delusione” nell’arcivescovo José Gomez di Los Angeles, il quale ha sottolineato come misure forti per proteggere i bambini non richiedono la violazione della santità del sacramento della confessione.

In Cile esiste un progetto di legge che obbliga religiosi e sacerdoti a denunciare alla giustizia i casi di abuso sessuale su minori anche quando questi siano stati rivelati durante il segreto della confessione.

Il vescovo Celestino Aos Braco, amministratore apostolico di Santiago di Cile, ha preso una dura posizione sul tema al termine dell’assemblea generale dei vescovi del Cile lo scorso 29 aprile. “Siamo – ha detto il vescovo Aos – semplicemente di fronte il luogo più sacro dell’essere umano, che è la coscienza. E quando un potere desidera ferire la coscienza di una persona siamo di fronte al peggiore degli abusi che si possa commettere”.

Anche in Costa Rica, Paese a maggioranza cattolica, si sta discutendo un progetto di legge che permetterebbe di sollevare il segreto delle confessioni sacerdotali in caso di indagini sull’abuso sessuale su minori.

Quello che nei Paesi latino-americani è in discussione, in Australia è già realtà. La Chiesa Cattolica australiana ha già fatto sapere che non romperà il segreto della confessione, accettando le raccomandazioni della Royal Commission, una inchiesta governativa di cinque anni che ha ascoltato8 mila testimonianze su fatti che sarebbero accaduti tra il 1950 e il 2010 – inchiesta che ha portato a 230 processi, l’accusa di molestie al 7 per cento dei sacerdoti australiani e possibili risarcimenti da trasferire a 60 mila persone

La tendenza internazionale di attaccare il segreto della confessione ha colpito anche l’India, dove ad agosto 2018  la Commissione Nazionale delle Donne ha chiesto al governo di abolire il sacramento perché “è una interferenza indebita in una questione sacra e vitale della vita cristiana”. La richiesta era arrivata a seguito dello scandalo che ha visto coinvolti 4 sacerdoti della Chiesa ortodossa siro-malankarese, i quali avevano utilizzato confidenze che una donna sposata aveva fatto loro in confessione per ricattarla e abusare sessualmente di lei. ( ACI Stampa)

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