Cyprien e Daphrose Rugumba potrebbero presto aggiungersi alla lista degli sposi che hanno raggiunto insieme la santità. La causa di beatificazione di questa coppia africana è stata aperta nel 2015 ed è tuttora in corso. Una coppia di sposi testimoni del Vangelo nel quotidiano della vita matrimoniale, come Maria e Luigi Beltrame-Quattrocchi (beatificati nel 2001) o Zelia e Louis Martin, proclamati santi da Papa Francesco durante il Sinodo della Famiglia nel 2015.  

Sono un caso speciale di amore, resilienza e conversione nel bel mezzo della tragedia, e non una tragedia qualsiasi ma il genocidio ruandese, il massacro più cruento della storia moderna, un bagno di sangue che portò alla morte di più di 800 mila persone.

Cyprien e Daphrose Rugumba furono uccisi insieme a 6 dei loro 10 bambini in questa orribile guerra civile che contrappose i gruppi etnici Hutu e Tutsi negli anni ’90.

Cyprien Rugumba sin da giovane sentiva la vocazione a essere sacerdote.  Tuttavia lasciò il seminario dopo aver scoperto alcuni scandali che si perpetravano tra seminaristi. Questo gli produsse un forte lacerazione spirituale che lo portò ad abbandonare la sua fede in Dio. 

In realtà, si erano conosciuti da sempre Cyprien Rugamba (classe 1935) e Daphrose Mukasanga (classe 1944) perché nati e vissuti fino all’adolescenza all’interno della stessa parrocchia nella parte sud del Ruanda.

Dopo la breve parentesi del seminario, Cyprien continua gli studi di storia in Burundi e poi in Belgio dove si laurea in scienze sociali, ma i suoi interessi sono molteplici e coltiva anche la poesia, la musica e la coreografia.

Daphrose nel frattempo diventa insegnante e si dedica all’educazione dei ragazzi della zona. Si sposano nel 1965 e la preghiera silenziosa di Daphrose nel giorno delle nozze – il ritorno alla fede del suo Cyprien, non credente dall’uscita dal seminario – viene esaudita solo nel 1982 al santuario mariano di Kibeho, quando la famiglia era già numerosa.

Entrarono entrambi nella comunità cattolica internazionale Emmanuel e furono i suoi fondatori in Ruanda presso la loro casa con la collaborazione della Fidesco, la ong dell’Emmanuel. Al momento della loro morte il numero di minori che vi gravitava superava il centinaio e oggi è la seconda comunità nel mondo con oltre 1000 presenze

Cyprien era un grande oppositore delle lotte tra i gruppi etnici del suo paese. Aveva un programma radiofonico in cui chiedeva sempre la pace. “Abbiamo una sola festa, quella di Gesù”, ha detto, cercando di raggiungere l’unità della sua comunità in Cristo.

Sono in molti a consigliare alla coppia la via dell’abbandono della loro casa a Kigali per lidi più sicuri, ma essi, pur consapevoli del pericolo, rifiutano per continuare l’azione in mezzo ai ragazzi che la violenza faceva accorrere sempre più numerosi.

Così divenne il bersaglio dell’odio. Il 7 aprile 1994, Cyprien, Daphrose e 6 dei loro 10 bambini furono uccisi. La notte precedente avevano assistito all’adorazione eucaristica.

«Ti preghiamo, Signore, per la beatificazione dei servi di Dio Daphrose e Cyprien – si legge nel sito web – donaci di avere, come loro, uno zelo incessante per la preghiera, un cuore ardente d’amore per te, e gesti di misericordia concreta per tutti coloro che soffrono, e aiutaci nel nostro servizio di evangelizzazione delle famiglie e poveri. In comunione con loro, ti affidiamo soprattutto le coppie che vivono difficoltà coniugali e le persone che stanno giungendo, non senza fatica, al perdono per i loro nemici e ti chiediamo di farci strumenti di pace».

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