Suor Gerard Fernandez è una suora della congregazione del Buon Pastore, che lavora da più di trent’anni con le vittime di abusi, gli emarginati e le persone condannate a morte. «La mia vocazione sono le persone che si sono rotte».

Una delle questioni più spinose e non ancora risolte al mondo è quella della condanna a morte. Secondo l’Osservatorio dei per i Diritti Umani nel mondo ci sono ancora 19mila persone che si trovano nel braccio della morte. E i paesi nei quali la condanna a morte è vigente sono tuttora 59.

I condannati a morte sono persone che hanno commesso degli errori nella loro vita e che, agli occhi della giustizia umana, meritano di morire per questo. 

Cosa facciamo noi cristiani al riguardo? Come avrebbe agito Cristo con ciascuno di questi detenuti? C’è una suora che ha avuto uno splendida idea!

“Catherine”

Suor Gerard è una suora della comunità del Buon Pastore che per 35 anni è stata accanto a tossicodipendenti e ai detenuti del braccio della morte. Tutto ebbe inizio nel 1981. Suor Gerard si trovava a Singapore, sua città natale, dove un efferato omicidio aveva scosso il paese: due bambini erano stati uccisi durante un barbaro rituale. Suor Gerard riuscì a contattare una delle autrici di questa brutale uccisione, la cuoca che lavora nel suo convento era sorella di una delle vittime.  

Un impulso la spinse a voler conoscere una delle assassine e così le scrisse. La risposta arrivò dopo sei lunghi mesi. 

In attesa della sua fine, suor Gerard andava a trovare “Catherine” ogni settimana. Il giorno della sua impiccagione, “Catherine” chiese alla giustizia se Suor Gerard potesse accompagnarla. Sia la polizia, sia la sorella furono d’accordo.

Poco prima di morire “Catherine” gli confessò: “Questa mattina vedrò Dio, e quando lo farò, gli racconterò tutto sul tuo conto”. 

Una delle 100 donne più influenti del mondo

Il viso ruvido del 81enne Suor Gerard appare accanto a quello di Greta Thumberg, la nota attivista del clima svedese, o quello di Alexandra Ocasio-Ortez, il nuovo volto della politica americana. 

I suoi 35 anni accanto ai detenuti nel braccio della morte gli sono valsi il premio come una delle cento donne più influenti del mondo del 2019 secondo la BBC. Seppur mantenendo il massimo riserbo pena l’esclusione dal penitenziario, da un paio d’anni, consegnato ad altri il testimone, ha cominciato a far conoscere la sua missione. Suscitando l’interesse dei media e ispirando un cortometraggio sulla sua vita, Sister del regista Chai Yee Wei.

“Ogni persona vale di più della cosa peggiore che abbia fatto in vita. Non importano i peccati commessi”, ha detto la suora alla BBC.

“I condannati a morte hanno bisogno di molto supporto mentale, spirituale ed emotivo”, ha continuato Suor Gerard.Al giornalista di The Straits Times che l’ha intervistata, suor Fernandez ha ripetuto più volte: «Non fatemi apparire una santa». «Ho i miei momenti bui. Il mio ego può farsi grande come un satellite. Ma cerco di usare i momenti bui per diventare migliore».

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