Il best seller più amato dalle persone di tutte le età compie 20 anni. Dici Magia e non può che venirti in mente la saga di Harry Potter. Ma cosa centra allora il famoso maghetto con la nostra religione cattolica?

In un’intervista di Famiglia Cristiana a un esperto conoscitore della saga di Harry Potter, Peter Ciaccio, gli viene chiesto quali siano i valori cristiani trasversali presenti in essa.

Lo stare insieme, la condivisione, l’amicizia, la solidarietà, sono tutti valori evangelici presenti e ricorrenti nei libri. L’amicizia, l’affidarsi agli atri, il coraggio, il non essere esclusivi, il fatto che non mi senta indispensabile ma è il prossimo indispensabile per me. In Harry Potter ci sono tutti valori che un cristiano sottoscriverebbe. Mentre i “cattivi” di Harry Potter, quelli che usando una metafora di Guerre Stellari potremmo chiamare il Lato Oscuro, sono individualisti, non hanno amici, al massimo hanno complici e sono descritti con negatività, ma anche con tentativi di comprensione, che non è mai giustificazione.

Nel libro viene accentuata la responsabilità, le scelte morali di ognuno e su come esse ricadano sugli eventi

La Rowling ha scelto come protagonista un bambino che soffre, quindi non idealizza l’infanzia, che non è protetta dal male ma che deve crescere operando delle scelte. I bambini in Harry Potter sono responsabilizzati, devono scegliere tra il bene e il male. “Sono le scelte che facciamo, Harry, che dimostrano chi siamo veramente” dice il preside del collegio di magia di Hogwarts, Albus Silente.

Harry è un predestinato, ma il suo destino è corretto dalla libertà individuale, proprio come accade nella vita cristiana. Harry Potter e Voldemort sono simili, orfani di genitori e una terribile infanzia alle spalle, eppure uno sceglie la via del bene e uno quella del male. Il primo perché mai abbandonato dall’amore della madre, che diventa poi la tesi centrale del libro: è l’amore l’unica cosa che può sconfiggere la morte, mentre Voldemort cerca di sconfiggerla con l’odio e l’astuzia.

 

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